Il tumore del colon retto insorge nel colon e nel retto ed é causato dall’aumento incontrollato delle cellule della mucosa, ossia del rivestimento interno della parete intestinale.Il tumore del colon retto è una delle neoplasia a più elevata incidenza nel mondo occidentale e rappresenta il 9,4% di tutti i tumori nell’uomo ed il 10,1% nelle donne. Il tumore del colon retto ha un’incidenza nella popolazione italiana di 34.000 nuovi casi l’anno.
Il tumore si sviluppa più spesso nel colon (circa il 70% dei casi) e meno frequentemente nel retto (30%).
Se diagnosticato precocemente, si può prevenire o guarire. Nella maggior parte dei casi, infatti, il tumore origina dai polipi adenomatosi, lesioni inizialmente benigne e solo nel tempo capaci di evolvere in tumore.
Quali sono i sintomi del tumore del colon retto?
- Presenza di sangue nelle feci
- Presenza di muco nelle feci
- Modificazioni dell’alvo (recente insorgenza di stitichezza alternata a diarrea)
- Calo di peso non associato a dieta
- Stanchezza cronica
Quali sono i fattori di rischio del tumore del colon retto?
Familiarità
- Un familiare di I grado con CCR (Cancro del Colon Retto): rischio aumentato di 2-3 volte
- Due familiari di I grado con CCR: rischio aumentato di 3-4 volte
- Un familiare di I grado con CCR diagnosticato ad età < 50 anni: rischio aumentato di 3-4 volte
- Un familiare di II o III grado con CCR: rischio aumentato di circa 1.5 volte
- Due familiari di II grado con CCR: rischio aumentato di circa 2-3 volte
- Un familiare di I grado con un polipo adenomatoso: rischio aumentato di circa 2 volte
Altri fattori di rischio
- Età: circa il 90% dei pazienti ha più di 50 anni. Il rischio aumenta progressivamente sino a raggiungere il suo picco dopo i 70 anni, con età media di insorgenza sui 68 anni.
- Sovrappeso e stile di vita caratterizzato da un elevato apporto calorico. È consigliata una dieta povera di grassi e proteine della carne e ricca di vegetali e vitamine.
- Scarsa attività fisica
- Fumo
- Abuso alcoolico
- Presenza di polipi del colon e del retto
- Malattie infiammatorie croniche del colon (Rettocolite ulcerosa e Morbo di Crohn)
- Anamnesi di tumori della mammaella, ovarico o endometriale
Lo Screening e la Diagnosi
Esiste uno screening per il tumore del colon retto?
Lo screening per il tumore del colon retto ha come target la popolazione sopra i 50 anni che non ha altri fattori di rischio oltre all’età.
Si compone di:
- Ricerca del sangue occulto fecale (S.O.F.) Il test si fonda sul presupposto che formazioni polipose o neoplasie presenti a livello colico sanguinano più facilmente della mucosa normale e che l’entità del sanguinamento è generalmente proporzionale al volume della lesione.La ripetizione negli anni, secondo una cadenza prestabilita, del test aumenta la probabilità di individuare lesioni anche in fase iniziale.Il test, inoltre, è di facile esecuzione e di scarso impatto per il paziente poiché si esegue su un campione di feci.
- Esecuzione di colonscopia in soggetti risultati positivi, che può essere tradizionale o virtuale. Colonscopia tradizionaleSe la ricerca di S.O.F. fosse positiva, la colonscopia é l’esame “gold standard” per la diagnosi di tumore del colon retto. La procedura, previa preparazione del colon con soluzioni lassative, è eseguita in sedazione che, presso Humanitas Mater Domini può anche essere profonda sotto controllo anestesiologico. Consiste in un’ispezione visiva del colon e del retto tramite un colonscopio, un strumento sottile e flessibile, che alla sua estremità ha una telecamera illuminata capace di trasmettere le immagini del colon a uno schermo televisivo. Se durante la colonscopia il medico accerta la presenza di polipi, può procedere contestualmente alla loro rimozione (polipectomia), con accessori che passano attraverso il colonscopio. Il polipo sarà quindi sottoposto ad esame istologico per determinarne le caratteristiche.Colonscopia virtualeLa colonscopia virtuale é una nuova metodica radiologica che consente di studiare la parete del colon simulando la colonscopia tradizionale. In pratica, si tratta di una procedura endoscopica eseguita mediante ricostruzioni 3D al computer utilizzando immagini di tomografia computerizzata. Essendo una simulazione computerizzata, a differenza della colonscopia tradizionale, la colonscopia virtuale viene condotta senza l’introduzione nel colon di sonde.
Follow-up
Una volta definita la tipologia benigna della formazione poliposa asportata, il paziente viene invitato a sottoporsi periodicamente a controlli endoscopici che permettano di individuare ed asportare tempestivamente eventuali nuove formazioni.
Varese e lo screening per il tumore del colon retto
Il Servizio di Endoscopia Digestiva Diagnostica e Terapeutica di Humanitas Mater Domini partecipa al programma di screening del carcinoma del colon retto della ASL di Varese.
Il programma coinvolge tutti i 141 Comuni della provincia con l’obiettivo di offrire alla popolazione la possibilità di una diagnosi precoce delle neoplasie del colon retto, che in Italia, in Lombardia e anche nella nostra provincia risultano essere la seconda causa di morte per tumore per uomini (dopo il tumore al polmone) e donne (dopo il tumore alla mammella). Per tale motivo tutti i cittadini che hanno compiuto il cinquantesimo anno d’età ricevono l’invito a sottoporsi gratuitamente alla ricerca di s.o.f. secondo modalità standardizzate e di semplice attuazione e, in caso di positività dell’esame, vengono invitati, sempre gratuitamente, a sottoporsi ad un’indagine colonscopica.
I Trattamenti
Trattamento chirurgico del tumore del colon retto
Il trattamento consiste nell’asportazione del tratto di intestino (colon o retto) e dei linfonodi circostanti comprendente la neoplasia.
Gli interventi chirurgici sono i seguenti:
- Emicolectomia destra
- Resezione del colon trasverso
- Emicolectomia sinistra
- Resezione del sigma
- Resezione del retto
- Colectomia totale e subtotale
- Asportazione del retto e dell’ano
La tecnica laparoscopica (o mininvasiva), che sostituisce alle ampie incisioni addominali piccoli fori attraverso i quali viene eseguito l’intervento, ha ormai dimostrato la sua assoluta validità in termini di radicalità oncologica a fronte di un significativo miglioramento del recupero postoperatorio (meno dolore, minori complicanze, degenza più breve).
Trattamento medico del tumore del colon retto
Chemioterapia e Bioterapia come possibili cure del tumore del colon retto
Il trattamento medico, chemioterapico eventualmente associato a bioterapie (farmaci antiangiogenetici e anti EGFR), viene utilizzato per la cura dei tumori del colon-retto in diverse fasi della malattia. I farmaci oggi disponibili sono molteplici e possono essere usati singolarmente o, molto più spesso, in associazione tra loro. Sulla base della stadiazione anatomo-patologica del tumore eseguita sul pezzo chirurgico, viene stabilita l’indicazione o meno ad effettuare una chemioterapia postoperatoria allo scopo di ridurre il rischio di una recidiva del tumore.
Nei casi in cui il tumore sia già diffuso al fegato (la sede più comune di metastasi) al momento della diagnosi, la chemioterapia, eventualmente associata alla bioterapia, viene spesso somministrata prima di altri trattamenti, con l’intento di far regredire o stabilizzare le lesioni nel fegato fino a consentirne l’asportazione chirurgica. La chemioterapia associata o meno alla bioterapia viene inoltre impiegata nella fasi avanzate, in presenza di metastasi, con l’obiettivo di rallentare l’evoluzione della malattia. Per stabilire se i nuovi farmaci biologici, che agiscono in modo diverso rispetto ai chemioterapici tradizionali, siano efficaci o meno in un singolo paziente, può essere indicato eseguire dei test molecolari sul materiale istologico ottenuto con l’intervento chirurgico o con una biopsia. Grazie ad esempio alla ricerca della mutazione del gene KRAS è possibile conoscere anticipatamente l’eventuale resistenza a farmaci anti-EGFR evitando a questi pazienti di ricevere cure da cui non possono trarre beneficio.
Radioterapia per il Tumore al colon retto
La radioterapia é indicata nei tumori del retto con due finalità: ridurre il rischio di ricadute locali e, in alcuni casi, ridurre la necessità di attuare a interventi “demolitivi” che prevedano il sacrifcio dell’ano e la conseguente necessità di una colostomia definitiva. Quasi sempre il trattamento radiante viene associato alla chemioterapia per potenziarne l’effetto.