La cataratta é la più comune causa di riduzione della qualità dell’immagine percepita. È dovuta alla perdita di trasparenza, più o meno pronunciata, del cristallino. Il cristallino é una lente posta all’interno dell’occhio, dietro all’iride e la sua funzione é contribuire con la cornea nella messa a fuoco degli oggetti e permettere la messa a fuoco degli oggetti vicini (accomodazione).
Quali sono le cause?
Nella maggior parte dei casi il primo fattore di rischio é l’età, interessando in qualche misura circa l’80% delle persone sopra i 60 anni. Altri fattori di rischio sono il diabete, l’esposizione alla luce solare, l’utilizzo di corticosteroidi, la disidratazione, il fumo e l’alcool, i traumi. Anche malattie oculari concomitanti come le uveiti, il glaucoma, la miopia degenerativa oppure pregresse chirurgie intraoculari possono indurre la cataratta, o anticiparne la comparsa.
La cataratta congenita é presente alla nascita o viene diagnosticata nei primi 6 mesi di vita ed è responsabile di circa il 10/15% di tutte le cecità infantili. Piccole opacità puntiformi del cristallino che non interferiscono in maniera significativa con la trasparenza e, quindi, con l’adeguato sviluppo visivo, sono presenti nello 0,4% dei neonati.
La cataratta giovanile può derivare dalla progressione di un’opacità di origine congenitale o essere causata da farmaci, traumi, malattie oculari o sistemiche.
Quali sono i sintomi?
Il sintomo più comune della cataratta é un annebbiamento visivo progressivo, legato a fenomeni di diffusione e diffrazione della luce. L’entità del calo visivo dipende dal tipo e dalla sede dell’opacizzazione: opacità più irregolari e centrali tendono ad essere più invalidanti.
Comune é la sensazione di abbagliamento: la visione é particolarmente disturbata in presenza di luci intense, ad esempio durante la guida serale e notturna.
Altri sintomi della cataratta possono essere la visione sdoppiata in un singolo occhio, la comparsa di aloni colorati attorno alle fonti luminose, la necessità di cambiare con frequenza gli occhiali, un paradossale miglioramento visivo che permette di togliere gli occhiali utilizzati per vicino o per lontano.
La Diagnosi
La cataratta può essere diagnosticata durante una visita oculistica completa di indagine anamnestica, esame biomicroscopico con lampada a fessura, valutazione della refrazione e dell’acutezza visiva, valutazione del fundus oculi.
Altri esami importanti sono la valutazione dell’endotelio corneale, la biometria dell’occhio.
Esami approfondimento delle condizioni della retina, quali OCT e fluorangiografia, possono essere utili secondo l’indicazione del medico oculista. Se a causa di una cataratta avanzata il fondo dell’occhio non é esplorabile si esegue un’ecografia oculare.
In casi particolari si rendono necessari un esame del campo visivo e una valutazione ortottica.
I Trattamenti
L’unica terapia efficace nella cataratta è l’intervento chirurgico, atto ad asportare il cristallino opaco.
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Prima della chirurgia è opportuno discutere con il paziente dei rischi e benefici della chirurgia della cataratta, sottolineando i rischi specifici individuali eventualmente emersi durante la visita oculistica e gli esami pre-operatori. È necessario scegliere il risultato refrattivo desiderato, tenendo conto del bilanciamento fra i due occhi.
Solitamente l’intervento si esegue in regime ambulatoriale e l’ospedalizzazione non é necessaria. Dopo la rimozione della cataratta è opportuno un breve periodo di riposo che sarà suggerito dall’oculista insieme all’anestesista.
Il chirurgo dovrà valutare:
Anestesia
La sola instillazione di gocce di collirio anestetico è di norma sufficiente a garantire una chirurgia confortevole. In alternativa, l’anestesia può essere indotta mediante iniezioni vicino all’occhio. Solo in rari casi può rendersi necessaria l’anestesia generale. La scelta viene effettuata dal chirurgo oculista col parere del medico anestesista sulla base delle condizioni cliniche del paziente. Si terrà conto, per quanto possibile, anche del desiderio del paziente.
Scelta del cristallino artificiale
Sarà compito del chirurgo stabilire la scelta del tipo di cristallino artificiale più opportuna. È importante ricordare che l’intervento di cataratta non è un intervento puramente refrattivo, ossia finalizzato alla correzione dei difetti visivi per diminuire la dipendenza dagli occhiali. È infatti normale che, dopo l’intervento, permanga un modesto difetto visivo (miopia, ipermetropia, astigmatismo), comportante l’impiego di un occhiale.
La rimozione della cataratta, nella maggioranza dei casi, viene eseguita mediante la facoemulsificazione, ossia con una sonda che frantuma ed aspira il cristallino. Il cristallino é avvolto da un involucro sottile (capsula) che lo mantiene in posizione. La capsula viene lasciata al suo posto perchè occorre come supporto per il cristallino artificiale e mantiene separata la porzione posteriore dell’occhio (vitreo e retina) da quella anteriore.
L’intervento é microchirurgico in quanto richiede l’impiego del microscopio operatorio e micro-inasivo, perché prevede l’ingresso nell’occhio tramite delle incisioni di 2-3 mm., che abitualmente non richiedono l’utilizzo di punti di sutura.
Raramente, cataratte molto avanzate non possono essere frantumate mediante la tecnica di facoemulsificazione e richiedono l’utilizzo della tecnica di estrazione extracapsulare, nella quale il cristallino viene estratto in toto, rendendo sia l’intervento che i tempi di recupero più lunghi e meno standardizzabili.
Cosa succede dopo l’intervento alla cataratta?
Dopo l’asportazione della cataratta, il paziente potrà avere sensazione di corpo estraneo, bruciore, fastidio, lacrimazione, fotofobia, annebbiamento della vista e talvolta cefalea. La visione potrà essere poco nitida con macchie rossastre dovute all’abbagliamento della luce utilizzata durante l’intervento.
La vista migliorerà in funzione della situazione clinica preoperatoria.
L’attività professionale, l’uso di macchine o di strumenti pericolosi, la guida dell’auto sono sconsigliati per un periodo di tempo che sarà definito dall’oculista.
La Prevenzione
La cataratta è una malattia degenerativa ed appare ragionevole che delle abitudini comportamentali corrette possano rallentare i processi di invecchiamento, compreso l’opacizzazione del cristallino.
È sempre consigliabile mantenere controllato il peso corporeo, svolgere regolarmente una moderata attività fisica, curare che l’alimentazione sia bilanciata e ricca di sostanze antiossidanti, astenersi dal fumo, proteggersi con occhiali da sole.
Attualmente, non esistono però evidenze che dimostrino la possibilità di prevenzione primaria della cataratta.