Stipsi, gonfiore, bruciore di stomaco, reflusso gastroesofageo sono solo alcuni dei disturbi che interessano la popolazione durante il cambio di stagione. È scientificamente noto che il passaggio dalle calde temperature a quelle fredde (e viceversa) porta con sé alcuni problemi di digestione, specialmente per coloro che già soffrono di malattie come reflusso gastroesofageo, gastrite o ulcera.
Perché lo stomaco è così sensibile?
Tra i motivi scatenanti, l’alimentazione che varia a seconda della stagionalità dei prodotti (ad esempio, in autunno si preferiscono alimenti come il pomodoro, la menta e gli agrumi che possono provocare reflusso), l’inattività e la sedentarietà tipica della stagione invernale, quando il mal tempo scoraggia e allontana dai buoni propositi.
“Definito il nostro secondo cervello, l’intestino è in grado di mantenere una memoria storica di quello che mangiamo nei diversi periodi dell’anno e, in base a questo, modifica le sue reazioni. Durante la stagione fredda la tendenza è quella di aumentare l’apporto calorico per difendere il nostro corpo dagli sbalzi di temperatura esterni. Può capitare, ad esempio, che si sostituisca il pasto con una tazza di latte caldo. Questo, soprattutto per le persone di età superiore ai 50 anni, potrebbe creare meteorismo, discomfort addominale e flautolenza, segnali tipici delle intolleranze al lattosio. La tendenza ad essere meno attivi e dinamici, inoltre, può portare a disturbi come la dispepsia e la stipsi”, spiega il dottor Benedetto Mangiavillano, responsabile Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva di Humanitas Mater Domini.
Come aiutare il nostro stomaco ad affrontare il cambio di stagione?
Per prevenire questi disturbi causati dal cambio di stagione occorre integrare nella propria alimentazione quotidiana frutta e verdura. In vista della stagione invernale, inoltre, è consigliato favorire l’assunzione di cereali (ad esempio, il farro) piuttosto che carboidrati complessi (come la pasta). Non si dovrebbe poi trascurare l’esercizio fisico: bastano passeggiate di 15-20 minuti al giorno e camminate più lunghe durante il weekend.
“Rimane comunque importante rivolgersi al gastroenterologo nel caso fosse necessaria una valutazione più approfondita dei disturbi intestinali. Potrebbe anche essere necessario un consulto con un dietologo e nutrizionista”, conclude lo specialista.
Informazioni utili
Humanitas Mater Domini
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