L’allergia è una reazione del sistema immunitario verso sostanze innocue, come ad esempio i pollini.Le sostanze che possono causare un’allergia sono chiamate allergeni. Gli allergici producono un tipo di anticorpi, le immunoglobuline E (IgE), che interagiscono in modo specifico con l’allergene. L’interazione tra le IgE e gli allergeni innesca la reazione allergica, con liberazione di mediatori, in primis l’istamina, responsabili dell’insorgenza dei sintomi. L’allergia è specifica verso un determinato allergene. Un soggetto allergico può essere allergico a uno o più allergeni.
Quali sono le cause dell’allergia?
Fattori di rischio per sviluppare un’allergia sono la predisposizione familiare e l’esposizione nel corso della vita a sostanze allergizzanti. I figli di genitori allergici hanno una maggiore probabilità di sviluppare un’allergia e la probabilità aumenta se lo sono entrambi i genitori. Anche l’esposizione a sostanze irritanti quali il fumo di sigaretta e gli agenti inquinanti possono favorire la sensibilizzazione allergica.
L’esposizione all’allergene può avvenire per via inalatoria (come ad esempio nel caso dell’allergia ai pollini), per ingestione (alimenti), per via iniettiva o per contatto con la cute o con le mucose.
Quali sono i sintomi dell’allergia?
I sintomi tipici dell’allergia sono: rinite (prurito, ostruzione nasale, starnuti, rinorrea), asma (tosse, difficoltà respiratoria), congiuntivite (prurito e lacrimazione), sintomi a carico della cute (prurito, eritema, orticaria, angioedema ed eczema), sintomi gastrointestinali (prurito al cavo orale, vomito, diarrea, dolori addominali), edema della glottide e shock anafilattico (ipotensione, malessere, perdita di conoscenza).
I sintomi delle reazioni allergiche IgE mediate sono tipicamente immediati; di solito iniziano da pochi minuti a 1-2 ore dopo il contatto con l’allergene. La dermatite allergica da contatto è invece una reazione allergica ritardata, che ha una patogenesi diversa dalle reazioni allergiche IgE mediate.
La classificazione delle allergie
Allergia respiratoria
L’allergia respiratoria è causata da allergeni inalanti: diversi tipi di polline, epiteli di animali, acari della polvere di casa, micofiti e si manifesta con congiuntivite, rinite, tosse, asma bronchiale.
Allergia alimentare
Il sintomo iniziale di un’allergia alimentare è spesso il prurito immediato alle labbra e al cavo orale, che a volte può essere seguito da sintomi gastrointestinali, respiratori e cutanei e, nei casi più gravi, da edema della glottide e shock anafilattico. L’allergia alimentare nel lattante e nel bambino è più spesso causata dalle proteine del latte vaccino, mentre nell’adulto, in particolare negli allergici ai pollini, è più comune l’allergia ad alcuni frutti e verdure per cross-reazione tra allergeni presenti in alcuni pollini e in alcuni alimenti di origine vegetale.
Allergia a farmaci
I farmaci che più spesso causano reazioni avverse di tipo allergico sono gli antibiotici e gli antiinfiammatori. I sintomi più frequenti sono a carico della cute, in particolare orticaria e angioedema, ma le reazioni possono interessare anche altri organi e apparati, talora con particolare gravità. I test diagnostici sono disponibili solo per pochi farmaci, per cui è indispensabile un’anamnesi accurata per identificare i farmaci che hanno causato la reazione e impostare quindi una strategia di prevenzione.
Allergia al veleno di imenotteri
La puntura di ape, vespa e calabrone nei soggetti allergici può causare sintomi locali, anche estesi, nella sede della puntura, ma in alcun i casi si possono avere sintomi generali come lo shock anafilattico, pericoloso per la vita.
Dermatite atopica
Detta anche eczema costituzionale, può insorgere fin dai primi mesi di vita in alcune zone cutanee tipiche (in sede periorale, periorbitaria, ai gomiti e alle ginocchia). Nel bambino può essere associata a un’allergia alimentare.
Dermatite allergica da contatto
È una dermatite eczematosa (eritema, vescicole e desquamazione) che si manifesta diverse ore dopo il contatto con alcune sostanze chimiche, come ad esempio il nichel solfato. Le sostanze che possono causare una dermatite allergica da contatto si chiamano apteni anziché allergeni.
Intolleranze alimentari
L’intolleranza alimentare più comune è l’intolleranza al lattosio che è frequente nella popolazione adulta. È causata dalla carenza di un enzima, la lattasi, necessario per l’assorbimento del lattosio, uno zucchero contenuto nel latte. L’intolleranza al lattosio si manifesta con sintomi intestinali (meteorismo, dolori addominali, diarrea) che insorgono dopo l’ingestione di latte o latticini.
Celiachia
La celiachia è una reazione immunologica, non di tipo IgE, verso la gliadina, proteina del glutine presente in grano, orzo, avena e segale. I soggetti affetti da celiachia hanno una predisposizione genetica alla malattia. L’ingestione di glutine nei celiaci provoca alterazioni infiammatorie della mucosa intestinale con conseguenti sintomi intestinali e da malassorbimento; i sintomi a volte sono così lievi che la malattia viene diagnosticata solo in età adulta. La diagnosi di celiachia si basa sulla presenza nel sangue di anticorpi di classe A (IgA) diretti verso antigeni caratteristici della malattia.
La diagnosi
La diagnosi di intolleranza al lattosio viene fatta mediante il Breath test. L’esame consiste nella misurazione, con un apposito strumento, della concentrazione di idrogeno nell’aria che viene espirata dopo aver bevuto una dose standard di lattosio. Ad oggi non sono disponibili altri test validati per diagnosticare eventuali altre forme di intolleranza ad alimenti o ad additivi alimentari. Tuttavia per la diagnosi di certezza occorre sottoporsi a una esofagogastroduodenoscopia con biopsia, per confermare la presenza di alterazioni della mucosa intestinale tipiche della celiachia.
Un’accurata anamnesi, effettuata durante una visita allergologica, permette all’allergologo di orientarsi sulle possibili cause e di individuare le prove allergiche indicate per accertare la diagnosi. Il sospetto diagnostico di un’allergia può essere quindi confermato dai test cutanei (Prick Test). Il prick test consente di testare in un’unica seduta i principali allergeni ed essendo un test in vivo, riproduce l’effettiva reattività del paziente all’allergene. Per questi motivi è il test di prima scelta per la diagnosi di allergia a inalanti (ad esempio, pollini, peli d’animale, acari della polvere di casa) e alimenti.
Un altro esame per la diagnosi di allergie IgE mediate è il dosaggio delle IgE specifiche verso singoli allergeni o verso singole molecole allergeniche. L’esame si esegue su un campione di sangue venoso prelevato al paziente e può essere eseguito anche in corso di terapia con antistaminici, in quanto l’esito del test non è influenzato dai farmaci. Il dosaggio delle IgE specifiche è indicato in presenza di alterazioni della cute che non consentono di eseguire i Prick Test e in certi casi può essere utile a completamento del procedimento diagnostico. Per la diagnosi di dermatite allergica da contatto si utilizzano i Patch Test.
In questo caso i singoli apteni vengono applicati sulla cute del dorso e mantenuti in sede con cerotti fino alla lettura, che avviene dopo 48-96 ore in quanto la dermatite allergica da contatto è una reazione allergica ritardata e non immediata. Il test è positivo se, nella sede di applicazione dell’aptene, compaiono eritema ed edema pruriginosi con formazione di vescicole.
Il trattamento
Quando non è possibile evitare il contatto con l’allergene, si può ricorrere a una terapia sintomatica con farmaci antiallergici, generalmente ben tollerati e in grado di alleviare i sintomi.
Gli antistaminici sono indicati nell’oculorinite allergica e nell’orticaria. Gli antistaminici più recenti sono ben tollerati e nella maggior parte dei pazienti non provocano sonnolenza.
I cortisonici sono utilizzati per via inalatoria per la terapia dell’asma bronchiale e per spray nasale per la rinite. I cortisonici utilizzati per tali formulazioni hanno un’azione solo locale, senza effetti collaterali sistemici e possono quindi essere considerati sicuri.
Per la terapia della dermatite atopica e della dermatite allergica da contatto si possono applicare sulla cute preparati a base di cortisone, che vanno utilizzati per periodi molto brevi, al fine di limitarne gli effetti collaterali.
Nei casi che non rispondono alla terapia locale, il cortisone può essere somministrato per via orale o per via iniettiva, sotto stretto controllo medico, data la possibilità di importanti effetti collaterali sistemici.Il farmaco di scelta per la terapia dello shock anafilattico è l’adrenalina, che è disponibile in farmacia anche in siringhe predosate per l’autosomministrazione. L’adrenalina autoiniettabile viene prescritta dal medico in caso di precedenti gravi reazioni allergiche, come può succedere in alcuni casi di allergia ad alimenti e soprattutto al veleno di imenotteri.
La prevenzione
La celiachia è una reazione immunologica, non di tipo IgE, verso la gliadina, proteina del glutine presente in grano, orzo, avena e segale. I soggetti affetti da celiachia hanno una predisposizione genetica alla malattia. L’ingestione di glutine nei celiaci provoca alterazioni infiammatorie della mucosa intestinale con conseguenti sintomi intestinali e da malassorbimento; i sintomi a volte sono così lievi che la malattia viene diagnosticata solo in età adulta. La diagnosi di celiachia si basa sulla presenza nel sangue di anticorpi di classe A (IgA) diretti verso antigeni caratteristici della malattia.
La prevenzione dell’allergia consiste nell’evitare il contatto con l’allergene. Non sempre ciò è possibile, come nel caso dell’allergia ai pollini, agli acari domestici o al veleno di imenotteri.
La prevenzione è il trattamento di scelta in caso di allergia ad alimenti, a farmaci, a epiteli e forfora di animali e, nel caso della dermatite allergica da contatto a sostanze chimiche. Per l’allergia a inalanti (pollini, acari domestici) è possibile effettuare una terapia preventiva con un vaccino che contiene l’allergene responsabile dei sintomi respiratori e che ha un effetto specifico per l’allergene somministrato.
I vaccini sono l’unico trattamento in grado di ridurre la reattività del soggetto allergico verso l’allergene, diversamente dai farmaci sintomatici che si limitano ad alleviare i sintomi. Il vaccino è disponibile per via orale e viene assunto dal paziente a casa, secondo la posologia consigliata.
Nel caso di allergia a pollini, il vaccino viene iniziato un paio di mesi prima dell’inizio del periodo di pollinazione e proseguito durante il periodo di pollinazione, con somministrazioni quotidiane. Il ciclo viene ripetuto per 3 anni con un beneficio sui sintomi che perdura nel tempo anche dopo la sospensione.
Nel caso di allergia al veleno di imenotteri, il vaccino è considerato un salvavita. In questo caso la somministrazione è per via iniettiva e viene praticata in centri ospedalieri dedicati.
Questo testo è stato redatto dagli specialisti di Humanitas Mater Domini. Nessuna parte di esso può essere in alcun modo riprodotta per terze parti o da queste utilizzata. Data di pubblicazione: 20/03/2015