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Sport e patologie della spalla: come prevenirle e curarle?

Se si pratica sport, a livello agonistico o amatoriale, la possibilità di un infortunio è sempre dietro l’angolo. A seconda dell’attività, alcune parti del corpo sono più vulnerabili di altre. La spalla, per fare un esempio, proprio per la complessità della sua conformazione, risulta essere particolarmente “a rischio” di lesioni. È questo il caso di sport che portano la spalla a ruotare verso l’esterno, quali il tennis, il padel, il basket e la pallavolo, il nuoto e golf oppure legati a attività che possono comportare un trauma sulla spalla, come il calcio, il rugby, il ciclismo, il motociclismo e l’equitazione.

Facciamo chiarezza con il dottor Antonio Giardella, specialista in Ortopedia e Traumatologia dello sport di Humanitas Mater Domini e parliamo di quali sono le patologie più comuni che coinvolgono la spalla e come prevenire.

“La spalla è un’articolazione complessa di unione tra muscoli, tendini e legamenti che ne garantiscono la funzione e la stabilità. Offre il più ampio spazio di movimento, ma proprio questa caratteristica la rende più soggetta ad usura e infortuni. Gli infortuni che possono coinvolgerla vanno da condizioni di microinstabilità a lussazioni, da situazioni di dolore fino a disfunzioni legate alla lesione di tendini traumatiche o degenerative”, spiega il dottor Giardella. 

Ci sono segnali a cui prestare attenzione?

Ci sono sintomi che non devono essere sottovalutati. Tra i più comuni, il senso di instabilità spesso riferito come sensazione che “la spalla stia per uscire”, la lussazione dell’articolazione gleno-omerale, situazione in cui la “spalla esce dalla sua posizione naturale, oppure il dolore quando si porta la mano sopra la testa. 

Il consiglio è non sottovalutare quando il dolore diventa anche notturno: questa situazione potrebbe anche essere sintomo di diverse patologie come la sofferenza dei tendini della cuffia dei rotatori (tendinopatia calcifiche e non) oppure artrosi

Tutti, ma in particolate gli sportivi, devono fare attenzione alla ripetitività dei gesti. Importante è prevenire determinate situazioni, adottando semplici consigli e comportamenti. 

I consigli dello specialista

Riscaldamento, stretching e tonificazione dei muscoli.
Il primo passo è un corretto riscaldamento, che aiuta a prevenire eventuali infortuni, senza trascurare lo sviluppo e la tonificazione dei muscoli intorno alla spalla (muscoli del cingolo scapolo-omerale o scapolo-toracico), soprattutto se si praticano attività impegnative e costanti nel tempo.

Attenzione al nuoto. Lo stile libero può portare con sé alcuni rischi, soprattutto in condizioni di sovraccarico. Per contro, l’acqua può essere di aiuto nella riabilitazione perché favorisce un rapido recupero in condizioni già di sofferenza. La rana o i movimenti dolci, ad esempio, senza dover portare la mano sopra al capo possono rivelarsi particolarmente utili. 

Primo passo: la visita specialistica

“Il consiglio è prestare sempre molta attenzione durante la pratica sportiva e, quando si avvertono i primi sintomi, occorre rivolgersi ad uno specialista in ortopedia sportiva per approfondire con una visita o esami diagnostici l’origine dei disturbi”, conclude il dottor Giardella. 

Individuato il problema, l’ortopedico può valutare il percorso di cura, conservativo oppure chirurgico. Nel caso di patologie degenerative o post-traumatiche, in particolare in fasi iniziale, è indicato un percorso fisiokinesiterapico (onde d’urto, laser terapia, tecarterapia) volto a ridurre l’infiammazione, in aggiunta ad esercizi personalizzati per recuperare la funzionalità completa della spalla.

Nei casi più complessi, come quelli di instabilità con lussazioni e sublussazioni ricorrenti, o di lesioni parziali o totali di uno o più tendini, è indicato l’intervento chirurgico. Quest’ultimo, è particolarmente consigliato per coloro che praticano regolare attività sportiva e che hanno un’età che possa garantire una adeguata guarigione la ripresa delle normali attività. La probabilità di guarigione dei tessuti lesi, infatti, si riduce con il passare dell’età – diminuisce molto dopo i 60 anni- e l’indicazione chirurgica, in questi casi, deve essere attentamente valutata dallo specialista.

Artroscopia: il trattamento chirurgico

L’artroscopia è una tecnica chirurgica mininvasiva che permette la riparazione delle lesioni attraverso piccole incisioni in cui sono introdotti una telecamera e gli strumenti necessari alla ricostruzione dell’area. 

È una tecnica che riduce al minimo i rischi di danneggiamento dei tessuti, garantisce un’elevata precisione nel trattare anche lesioni di piccole dimensioni, altrimenti non facilmente visibili durante l’intervento chirurgico tradizionale, e assicura al paziente un più rapido recupero.

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