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Arginina vasopressina (ormone antidiuretico)


Che cos’è l’arginina vasopressina e perché si esegue l’esame per misurare il suo livello nel sangue?

L’arginina vasopressina (AVP) o ormone antidiuretico (ADH), è un ormone prodotto dall’ipotalamo che svolge un’azione di regolazione dell’equilibrio idrico nell’organismo. Questo ormone, infatti, controlla le concentrazioni di acqua riassorbite dai reni. 

L’arginina vasopressina, prodotta all’interno dell’ipotalamo, viene poi rilasciata dall’ipofisi a seguito dell’allerta di sensori in caso di individuazione di una crescita della quantità di particelle disciolte nel sangue (osmolalità) oppure di un abbassamento del volume del sangue. I reni rispondono all’ormone antidiuretico conservando l’acqua e producendo urine più concentrate. L’acqua così trattenuta contribuisce a diluire il sangue, abbassando l’osmolarità e aumentando la pressione e il volume.

L’esame viene eseguito per valutare la causa di un abbassamento o un aumento dell’ormone antidiuretico. L’esame è anche utile per la diagnosi di diabete insipido o della sindrome da inappropriata produzione dell’ormone antidiuretico (SIADH). 

Che cosa significa il risultato dell’esame?

L’esame va interpretato nel contesto del quadro clinico del paziente e in relazione ad altri esami svolti.

Se l’esame si esegue durante la diagnosi di diabete insipido, una concentrazione di arginina vasopressina bassa può associarsi alla presenza di diabete centrale insipido, mentre una concentrazione alta può associarsi al diabete nefrogeno insipido. In caso di diagnosi di sindrome da inappropriata produzione dell’ormone antidiuretico, invece, alte concentrazioni di arginina vasopressina possono associarsi alla presenza della patologia.

Come si esegue l’esame?

L’esame si svolge con un prelievo di sangue venoso.

Sono previste norme di preparazione? 

No, non sono previste norme di preparazione.

È possibile consultare la lista completa di norme di preparazione nella pagina dedicata del sito.

Si ricorda che i risultati degli esami di laboratorio devono essere inquadrati dal medico, tenendo conto di eventuali farmaci assunti, prodotti fitoterapici e della storia clinica.