Descritta per la prima volta dal medico Richard Morton nel 1964, l’anoressia colpisce in prevalenza adolescenti e giovani donne adulte, ma può insorgere anche in età avanzata.
Studi recenti dimostrano che negli ultimi anni c’è stato un aumento dell’incidenza di anoressia nei paesi occidentali, dove la magrezza è vista come simbolo di bellezza.
L’anoressia è caratterizzata clinicamente da un elevata perdita di peso fino al raggiungimento di un peso corporeo molto basso, realizzato attraverso un regime alimentare ipocalorico accompagnato da attività fisica eccessiva o dal vomito autoindotto o dall’uso di lassativi o diuretici. Se il disturbo non viene curato con un trattamento adeguato, non è raro che si sviluppi la bulimia nervosa, osservando la migrazione da un disturbo all’altro. Se protratta nel tempo, l’anoressia può portare a conseguenze gravissime per il soggetto che ne soffre e addirittura alla morte per le complicanze cliniche associate.