È una ghiandola – la più grande del corpo umano – fondamentale per il metabolismo. È collegata all’apparato digerente e svolge molteplici funzioni non solo utili alla digestione, ma anche alla difesa dell’organismo e all’eliminazione delle sostanze tossiche. Un buono stato di salute del fegato è pertanto indispensabile al mantenimento di buone condizioni dell’intero l’organismo.
Che cos’è il fegato?
Si tratta di una ghiandola di grandi dimensioni, connessa all’apparato digerente e costituita da quattro lobi. Si trova a destra, nella parte più alta della cavità addominale ed è posizionato sotto il diaframma e vicino al colon trasverso e allo stomaco. Ha una forma ovoidale, un peso di circa 1-1,5 Kg. e una lunghezza di 24-28 cm. circa che ne fanno la ghiandola più grande del corpo umano. È irrorato dal sangue che viene trasportato dall’arteria epatica, il principale vaso arterioso del fegato. Si sviluppa nella fase embrionale a partire dall’intestino medio e nel feto – nei primissimi mesi – è il principale produttore di globuli rossi.
Gli epatociti sono delle cellule epatiche che svolgono quasi tutte le funzioni dell’organo legate alla sua attività metabolica. Rappresentano le principali strutture del fegato – sia per funzione che per numero – raggiungendo l’80% del suo volume complessivo. Vi sono poi le cellule stellate o di Ito, che svolgono una speciale funzione: supportano la sua straordinaria capacità di rigenerarsi, ad esempio dopo lesioni o interventi chirurgici, producendo grazie alla vitamina A, reticolina e collagene, “mattoni” che consentono di ricostituire le aree del tessuto danneggiate.
È una ghiandola e fa quindi parte del sistema endocrino, quello cioè che sovrintende alla produzione degli ormoni, sostanze essenziali a molteplici funzioni. Nello specifico, il fegato produce la bile, che è essenziale alla digestione dei grassi. Nell’organo c’è anche il più importante deposito di glicogeno, che rappresenta il 6-7% circa del peso totale del fegato.
È un organo molto vulnerabile: abuso di alcol, fumo, farmaci, infezioni virali, eccesso di grassi nell’alimentazione possono provocare danni e disfunzioni. La cirrosi epatica è l’effetto di un’infiammazione cronica che distrugge gli epatociti e causa cicatrici che riducono – in modo anche irreversibile – la funzionalità dell’organo. L’accumulo di trigliceridi porta alla steatosi epatica, definita anche fegato grasso. L’epatite è, invece, l’infiammazione acuta o cronica causata da numerosi virus (HCV, HDV, HEV, HAV, HBV, HGV) tra i quali i tipi di epatite B e di epatite C sono i più frequenti e si trasmettono a mezzo del sangue e del siero (trasfusioni, uso di siringhe infette) e di rapporti sessuali non protetti. Altre minacce dirette per tale organo sono il cancro e le malattie autoimmuni.
Molte terapie antivirali stanno dimostrando la loro efficacia nel trattare le infezioni, ma sfortunatamente non esiste attualmente nessun rimedio medico quando il fegato sia danneggiato gravemente; perciò uno stile di vita equilibrato – che comprenda al suo interno una dieta povera di grassi e ricca di frutta e verdura, movimento e l’eliminazione sia di alcol che fumo – rappresenta la migliore prevenzione contro le malattie del fegato.
A cosa serve il fegato?
Svolge fondamentali funzioni metaboliche: produce la bile e supporta la trasformazione degli alimenti assorbiti, in particolare tramite l’emulsione dei grassi e la sintesi del colesterolo e dei trigliceridi. L’organo ha anche un rilevante ruolo nella gestione e nell’immagazzinamento degli zuccheri nonché nel metabolismo delle proteine e nella riduzione dei loro scarti tossici.
Le sue cellule, chiamate cellule epatiche (o epatociti), sono una vera e propri “centrale chimica” per lo smaltimento di trigliceridi, grassi e colesterolo, a cui provvede una specifica struttura cellulare, il reticolo endoplasmatico liscio, sviluppato in particolar modo proprio negli epatociti.
Il fegato produce la bile, un liquido vischioso di colore giallo scuro, prevalentemente costituito da acqua e acidi biliari che consente la digestione dei grassi e delle vitamine A, D, E, K che si sciolgono nei grassi (vitamine liposolubili). La bile prodotta dal fegato transita in parte direttamente nel duodeno ed in parte nella cistifellea, che la conserva immagazzinata sino al momento in cui i grassi arrivano dallo stomaco all’intestino. A quel punto viene riversata all’interno del duodeno al fine di provvedere alla sintesi dei grassi. L’ittero è la condizione in cui – per l’eventuale presenza di calcoli – i sali biliari permangono nel fegato. Il sintomo più evidente è l’innaturale colorazione giallastra dell’epidermide.
Al suo interno vengono anche immagazzinati glicogeno, ferro, rame e vitamina B12. Il glicogeno immagazzinato nel fegato viene trasformato in maniera utile, quando l’organismo lo richieda, in glucosio plasmatico. Il fegato svolge, pertanto, anche un ruolo nella modulazione del livello di zuccheri nel sangue (glicemia). Ha un ruolo altresì nella conservazione degli equilibri metabolici dell’organismo, tramite la demolizione dell’insulina e altre trasformazioni a scopi energetici delle proteine. Esso è anche fonte dei fattori di coagulazione che permettono al sangue di rimanere fluido ed evitare la formazione di aggregazioni che ostacolano la circolazione.
Il fegato è un vero e proprio “filtro” anti-tossine e una postazione fondamentale per l’intero sistema immunitario: le sue cellule possiedono delle caratteristiche utili per la neutralizzazione delle sostanze tossiche e dei residui dei farmaci; smaltisce inoltre i globuli rossi che sono danneggiati ed è sede di cellule specializzate nel riconoscere di agenti patogeni. Si tratta delle cellule di Kupffer: sono così definiti i macrofagi del fegato che – oltre a funzionare da “depuratori” del sangue che arriva agli epatociti e a rimuovere le cellule del sangue invecchiate o danneggiate, supportando l’azione della milza – hanno un ruolo di “sentinelle”, stimolando il sistema immunitario ad intervenire in presenza di pericoli per l’organismo.