L’Acetazolamide è impiegato come diuretico per trattare la condizione edematosa dovuta a insufficienza cardiaca, con particolari effetti positivi nel miglioramento dell’edema polmonare e relativa dispnea. Esplica la sua azione nel tubulo contorto prossimale dei nefroni, inibendo un enzima – espresso proprio da queste cellule – noto come anidrasi carbonica. Tale azione inibitoria impedisce indirettamente il riassorbimento di bicarbonato e di sodio, aumentandone l’escrezione urinaria e la diuresi.
A cosa serve l’Acetazolamidide?
Si utilizza come diuretico per trattare la condizione edematosa dovuta a insufficienza cardiaca, con particolari effetti positivi nel miglioramento dell’edema polmonare e relativa dispnea.
Viene inoltre impiegato anche nel trattamento dell’epilessia – soprattutto nei pazienti più giovani e affetti da forme meno aggressive – del mal di montagna e del glaucoma (in questo ultimo caso riduce infatti la pressione intraoculare, che è una della cause scatenanti tale patologia.
Come si assume l’Acetazolamide?
Si trova in commercio sotto forma di compresse o capsule, da assumere per via orale.
Effetti collaterali dell’Acetazolamide
La sua somministrazione può comportare, in genere, sonnolenza e confusione, alterare le normali doti percettive e/o reattive del paziente, nonché ridurre le capacità di guida e dell’uso di macchinari.
Il trattamento a base di Acetazolamide – soprattutto se prolungato nel tempo o erroneamente dosato – può generare un’alterazione dell’equilibrio elettrolitico e acido-base, comportando iposodiemia, ipokaliemia e acidosi metabolica.
Si raccomanda la massima attenzione nella somministrazione di questo principio attivo a soggetti con diabete, con broncopneumopatia cronica-ostruttiva e con enfisema, poiché una probabile acidosi potrebbe determinare l’insorgenza di tachipnea, sonnolenza e, nei casi più gravi, coma.
Controindicazioni e avvertenze dell’Acetazolamide
I dati sperimentali riguardo l’utilizzo del farmaco in gravidanza, suggeriscono di non utilizzarlo durante il primo trimestre e di assumerlo nei due trimestri successivi solo in casi particolari e urgenti.
Poiché l’Acetazolamide viene in piccola parte secreto nel latte materno, è opportuna la sospensione dell’allattamento se è in corso una terapia a base di questo principio attivo.