I farmaci antiparassitari vengono utilizzati nel trattamento di malattie provocate da Protozoi (rizopodi, flagellati, sporozoi), da Eumetazoi (elminti) e da Artropodi (aracnidi, insetti, ecc). Possono avere azione sia terapeutica sia preventiva, come nel caso della malaria.
Le infezioni provocate dai Protozoi possono essere l’amebiasi, la giardiasi, la leishmaniosi, la tricomoniasi, la tripanosomiasi e la malaria. Gli Eumetazoi invece provocano le infezioni da “vermi” nell’intestino mentre gli Artropodi provocano morsi e punture infette.
I farmaci antiprotozoari agiscono selettivamente sul parassita con meccanismi diversi:
- chinina, clorochina, meflochina, metronidazolo, pentamidina (e altri) inibiscono la sintesi degli acidi nucleici
- trimethoprim, sulfadossina, dapsone (e altri) inibiscono la sintesi dei cofattori
- la tetraciclina inibisce la sintesi delle proteine
- l’amfotericina B destabilizza la membrana cellulare
- la primachina interferisce con il metabolismo energetico cellulare
I farmaci antielmintici risultano relativamente tossici per l’organismo perchè possono discriminare tra bersaglio nell’ospite e bersaglio nel parassita.
Nello specifico, agiscono sul parassita in maniera selettiva:
- i benzimidazoli interferiscono con la funzione dei microtubuli
- l’ivermectina inibisce le funzioni neuromuscolari
- il diclorofene interferisce con il metabolismo energetico
Come assumere gli antiparassitari?
Gli antiparassitari si trovano in commercio sotto forma di compresse, di polvere per sospensione orale, di soluzioni per iniezioni e creme per uso topico. Necessitano di prescrizione medica e un attento monitoraggio, seguendo alla lettera le indicazioni su dosaggio e modalità di assunzione.
La durata dei trattamenti è molto varia: alcune infezioni (come la Giardiasi e Tricomoniasi, ad esempio, dovute a protozoi flagellati) possono richiedere 5-7 giorni di terapia, mentre altri tipi di trattamento, come quello per la profilassi della malaria, prevedono una modalità di assunzione dei farmaci personalizzata, che va da 24-48 ore prima dell’arrivo nella zona a rischio fino a 7 giorni dopo averla lasciata.
L’uso poco accorto di questa tipologia di farmaci può provocare alcuni ceppi di parassiti poli- resistenti, verso i quali le cure risultano inefficaci.
Effetti collaterali e controindicazioni
Gli effetti collaterali di questa tipologia di farmaci possono essere tra i più diversi, dai più blandi fino ai più gravi. Generalmente, i più diffusi sono:
- disordini metabolici: disfunzioni epatiche e renali
- disturbi centrali: febbre, emicrania, tremori, convulsioni, coma, sopore, parestesie, reazioni tossiche riguardanti sistema cardiovascolare, sistema neuromuscolare e sistema nervoso centrale
- disturbi dermatologici: prurito, orticaria
- disturbi gastrointestinali: nausea, vomito, diarrea, dolori addominali
- disturbi muscolo-scheletrici: dolori muscolari e articolari, debolezza muscolare, rigidità articolare
In gravidanza e durante l’allattamento, l’utilizzo degli antiparassitari richiede un’attenta valutazione medica, mentre sono controindicati nei pazienti con cardiopatie, nefropatie ed epatopatie.
I principali antiparassitari sono:
- Albendazolo
- Alofantrina
- Antimoniato di meglumina
- Artemisinina
- Atovaquone
- Clorochina
- Dietilcarbamazina
- Iodochinolo
- Meflochina
- Pentamidina
- Praziquantel
- Primachina
- Proguanil