Il Metilfenidato è utilizzato nella terapia del disturbo da deficit di attenzione, del disturbo da deficit di attenzione/iperattività, della depressione e della narcolessia.
Che cos’è il Metilfenidato?
Si tratta di uno stimolante del sistema nervoso centrale. Influisce sui livelli delle sostanze che conducono all’iperattività e che monitorano gli impulsi sia nel cervello che nei nervi.
Come si prende il Metilfenidato?
Il Metilfenidato può essere assunto per via orale (di solito in capsule, pastiglie o sospensioni) o transdermica.
Per evitare disturbi di insonnia è meglio prenderlo al mattino.
Effetti collaterali del Metilfenidato
Il Metilfenidato può dare seri effetti collaterali a livello cardiaco. Inoltre può dare dipendenza.
Tra gli altri suoi eventuali effetti collaterali troviamo anche:
- nervosismo o irritabilità
- insonnia
- calo dell’appetito
- nausea o dolore allo stomaco
- dolore alla testa
È fondamentale avvertire immediatamente il medico in presenza di:
- dolori al petto, problemi respiratori, sensazione di svenimento
- allucinazioni
- nuovi disturbi comportamentali
- aggressività
- paranoie
- convulsioni
- intorpidimento, dolore, senso di freddo, ferite sospette o alterazioni del colore della cute
- tic
- disturbi alla vista
- erezioni dolorose o che durano da più di 4 ore
- dolori o sensibilità muscolare o debolezza inusuale, principalmente se collegati a febbre, stanchezza e urine scure
- nei bambini, disturbi di crescita
Avvertenze sull’utilizzo del Metilfenidato
Il Metilfenidato non deve essere somministrato in presenza di glaucoma, tic, sindrome di Tourette, ansia, tensione o agitazione gravi o se nei 14 giorni prima è stato preso un MAO inibitore.
Prima di prendere il Metilfenidato è fondamentale avvertire il dottore:
- di possibili allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali o a ogni cibo o sostanza;
- dei farmaci, dei fitoterapici e degli integratori presi, menzionando nello specifico antidepressivi, medicinali per la pressione, anticoagulanti, farmaci contro raffreddore o allergie a base di decongestionanti e anticonvulsivanti;
- se si soffre (o si ha sofferto, o se ci sono casi in famiglia) di glaucoma, tic o sindrome di Tourette, gravi forme di ansia, tensione o agitazione, disturbi cardiocircolatori, pressione elevata, depressione, patologie mentali, disturbo bipolare, psicosi, epilessia o convulsioni;
- di casi di morte repentina in famiglia;
- in presenza di elettroencefalogrammi anomali;
- in presenza di pensieri o istinti suicidi (anche tra i famigliari);
- se si è mai abusato di droghe o alcolici;
- in presenza di gravidanza o allattamento.