“Come sarà la vita dopo la quarantena?” È ciò che molti italiani si domandano ora che è stata annunciata la fase 2. Questo virus ha cambiato radicalmente la nostra quotidianità: l’isolamento al quale molte persone sono state sottoposte, ha sicuramente causato situazioni di forte disagio, talvolta difficili da gestire.
In questo periodo, i nostri specialisti, hanno documentato con brevi guide, consigli e buone pratiche per gestire l’ansia, lo stress e le emozioni negative:
Ora, però, ci troviamo davanti ad una seconda sfida: la ripartenza. Dopo il lockdown, la quotidianità non sarà più quella lasciata prima della diffusione della pandemia, ma si tratterà di una convivenza con il virus. La ripresa dei rapporti sociali e lavorativi sarà lenta e graduale: la capacità di adattamento e la resilienza saranno messe alla prova.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Pamela Franchi, psicologa di Humanitas Mater Domini e Humanitas Medical Care Arese, Busto Arsizio e Lainate che propone alcuni consigli per una ripartenza graduale e sicura.
6 consigli per la ripartenza
- Creare nuovi equilibri, gestendo le emozioni
“La gente si aggrappa all’abitudine come ad uno scoglio quando, invece, dovrebbe staccarsi e tuffarsi in mare. E vivere” Charles Bukowski. Questa frase riassume ciò che siamo chiamati a gestire ora: un nuovo equilibrio emotivo che porta alla creazione di una diversa area di comfort.
Da una parte c’è il desiderio di ritrovare una socialità fisica dall’altra, la consapevolezza che il rischio del contagio sia ancora presente: stati emotivi dissonanti che possono generare stress e frustrazione.
“Per acquisire una nuova abitudine è necessario consolidarne l’esperienza nel tempo. Il semplice e raccomandato uso della mascherina, non sempre facile da tollerare all’interno della famiglia, è una competenza da acquisire. Cerchiamo di armonizzare emotività e razionalità: il rispetto delle regole è una questione di allenamento”, chiarisce la dottoressa.
- Fare azioni concrete per il nostro benessere
Se in questo periodo di isolamento abbiamo scoperto attività utili al nostro benessere quotidiano, sarebbe utile mantenerle. La nostra psiche ha bisogno di esprimersi attraverso attività creative e pratiche: cucinare, ballare, cantare e giocare con i propri figli, sono tutti momenti in cui sperimentiamo noi stessi.
- Sognare e immaginare, per vincere il trauma
Oltre la lettura e le serie tv, la nostra mente ha bisogno di fantasticare e vivere all’interno di scenari diversi rispetto alla realtà. Il sogno cura la psiche e fa sperimentare emozioni che spesso provocano paura o vergogna.
“Il successo del film «Contagio», è la dimostrazione del bisogno di identificarsi in emozioni fortemente negative vivendole in modo catartico, liberandosi cioè, dalle angosce subconsce”, afferma la dottoressa.
- Dare voce a ciò che sentiamo
In questo momento di transizione è possibile sperimentare sentimenti di panico o ansia generalizzata.
Il panico non si evita distraendosi: sarà utile dare voce a ciò che si sente, parlando o scrivendo. È utile dettagliare la situazione che crea difficoltà, ponendo attenzione sia su ciò che si sperimenta attraverso i 5 sensi che su aspetti razionali.
Ad esempio, se la metropolitana ci spaventa irrazionalmente, potremo scrivere ciò che proviamo: “Quando prendo la metropolitana mi viene il panico: inizio a sentire caldo, faccio fatica a respirare con la mascherina, ho il desiderio di strapparmela, le mani sono appiccicose dentro ai guanti, non riesco a sentire nessun odore se non quello del mio respiro, la pelle del viso mi prude, ho sete….la mente pensa che forse non sono stata attenta, la mente pensa che qualcuno potrebbe avvicinarsi troppo”.
- Sintonizzare la mente sulla nostra “isola di benessere”
Nella quotidianità non possiamo sempre evitare situazioni che sono fonte di stress. Dopo aver dato voce a ciò che sentiamo, impariamo a sintonizzare la mente sulle “frequenze” del benessere. Essere capaci di staccare il pensiero, focalizzandolo su un’immagine positiva, fonte di piacere, è una questione di allenamento. Perché farlo? L’obiettivo è permettere alla mente di ricaricarsi e non andare in “crash down”, per mantenere l’attenzione necessaria ad adottare comportamenti funzionali che non ci espongano al pericolo.
- Chiedere supporto e aiuto
Se la situazione diventa ingestibile, è possibile chiedere un aiuto ed intraprendere un percorso psicologico di supporto. In un momento come questo, lo psicologo potrebbe aiutare ad affrontare i momenti di difficoltà e di stress, prevenire il burnout psicofisico ed emotivo e ristabilire l’equilibrio interiore, importante per gestire responsabilmente la quotidianità nell’emergenza. In questo momento le consulenze psicologiche possono avvenire virtualmente, in modo flessibile e facile per il paziente.
Informazioni Utili
La dottoressa Pamela Franchi visita presso Humanitas Mater Domini, Humanitas Medical Care Lainate e Arese e Busto Arsizio. Le visite sono erogate in regime privato.
Humanitas Mater Domini
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