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Apnee del sonno: quali sono le cause? Quali i trattamenti?

In Italia si contano circa 1.800.000 casi di apnee notturne gravi che provocano sonnolenza durante il giorno, mentre almeno 6.000.000 sono le persone che hanno apnee meritevoli di trattamento, ma senza sintomi evidenti durante la giornata e che richiedono, comunque, il consulto con uno specialista.

Facciamo chiarezza con il dottor Alberto Braghiroli, pneumologo specialista in apnee ostruttive e disturbi del sonno dell’ospedale Humanitas Mater Domini.

Dottore, cosa s’intende per apnea notturna?

L’apnea notturna è un fenomeno abbastanza diffuso che si manifesta come conseguenza acuta del russamento. In particolare, il russare provoca la vibrazione delle pareti della gola, mentre l’apnea notturna genera un collasso totale delle pareti, ostruendo così il passaggio dell’aria. In questi casi, l’interessato sembra trattenere il respiro. Quest’azione viene immediatamente intercettata dal cervello che va in protezione, tende ad aumentare l’ossigenazione e accelerare il respiro, causando anche l’interruzione del sonno.
Le apnee non determinano un blocco permanente del passaggio di ossigeno, ma sono fenomeni da controllare perché possono generare gravi complicazioni.

A che età si manifestano questi disturbi?

Generalmente, il russamento inizia a manifestarsi intorno ai 20 e 30 anni per poi sfociare gradualmente in apnea del sonno, diventando così un fenomeno serio e grave.
É soprattutto dopo i 50 anni che le conseguenze dei disturbi di apnea cominciano a diventare non solo evidenti, ma anche preoccupanti. 

Nelle donne, ad esempio, questo disturbo si presenta dopo la menopausa e, nelle forme più gravi, si può arrivare a un invecchiamento cerebrale che può comportare la degenerazione di patologie già esistenti, soprattutto in coloro che soffrono di ipertensione, malattie cardiovascolari, diabete e colesterolo.

Come riconoscere i sintomi delle apnee notturne?

L’apnea notturna non è un fenomeno facilmente auto-diagnosticabile. Sono generalmente il partner o le persone che convivono con l’interessato che possono evidenziare il problema.
I sintomi? Sono di diversa natura: una sonnolenza ingiustificata nel corso della giornata a causa dei continui risvegli notturni oppure la difficoltà a rimanere svegli la sera, davanti alla televisione. 

Queste condizioni, inoltre, possono portare a colpi di sonno mentre si guida o alla difficoltà di prestare attenzione durante una riunione o un evento.

Quali sono le cause di questi disturbi e come fare la diagnosi?

Le cause delle apnee notturne possono essere lo scarso stimolo del sistema nervoso che fa perdere forza alla muscolatura della gola durante il sonno o un eccesso di volume dei tessuti (es.: palato voluminoso, tonsille ingrossate). Obesità e abitudine a fumare troppo possono essere altri fattori di rischio. 

La diagnosi si fa mediante polisonnografia, ovvero un esame non invasivo che analizza e monitora la funzione dell’apparato respiratorio durante una sessione di sonno.
Lo specialista, infatti, può capire quanti episodi di apnee notturne vengono registrati e con che frequenza si manifestano. Sulla base del referto verrà fornito un trattamento personalizzato, agendo in maniera mirata sulle cause che hanno scatenato la patologia.

Come si curano le apnee del sonno?

Nel nostro centro gli specialisti integrano tra loro le singole competenze e il programma terapeutico è perciò scelto con il paziente sulla base delle indicazioni cliniche ma anche delle preferenze soggettive.

Gli apparecchi respiratori denominati CPAP collegati tramite una mascherina e che forniscono una pressione che previene il collasso delle vie aeree sono spesso il primo presidio terapeutico utilizzato, ma solo per i casi più gravi rappresentano l’unica possibilità di trattamento. Dopo alcuni mesi si può in genere rivalutare il quadro e passare a sistemi più dissimulabili. 

Gli odontoiatri  possono intervenire con dispositivi di avanzamento mandibolare che hanno il vantaggio di andare ad ampliare lo spazio tra le pareti della gola.

Un calo ponderale è in genere di grande aiuto per migliorare il quadro e anche per aumentare le possibilità di successo dei sistemi alternativi alla CPAP.

Lo specialista, infine, può anche valutare un intervento chirurgico per restituire la giusta stabilità alle prime vie aeree.

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