I vista della festa del papà, che si celebra ogni anni il 19 marzo, oltre ad un messaggio di auguri si ricorda l’importanza della prevenzione. Secondo un sondaggio dell’Associazione Europea di urologia solo il 10-20% degli uomini sceglie di fare una visita urologica di prevenzione in assenza di sintomi o particolari problemi. Un comportamento ben differente da quello delle donne che, invece, molto più abituate ad eseguire controlli periodici fondamentali per battere sul tempo le malattie oncologiche. Approfondiamo l’argomento con gli urologi di Humanitas Mater Domini.
La prevenzione maschile inizia con la visita urologica e l’esame del PSA (antigene prostatico specifico) eseguito attraverso un prelievo del sangue. In caso di anomalie riscontrate durante l’esplorazione rettale nel corso della visita specialistica o di alterazioni dei valori del PSA potranno essere richiesti ulteriori approfondimenti.
Quando consultare un urologo?
È consigliato consultare l’urologo in caso di bruciori, disturbi nel momento della minzione, dolore costante alla vescica e infezioni ricorrenti alle vie urinarie che si manifestano più di 3 volte l’anno oppure che durano fino a 24-48 ore dall’assunzione di antibiotici.
Non è necessario che si presentino dei sintomi per rivolgersi ad un urologo. Sottoporsi a controlli urologici periodici, infatti, è fondamentale perché permette la diagnosi precoce di numerose patologie come il tumore della prostata, della vescica e del testicolo.
Quando eseguire la prima visita urologica?
Le ultime linee guida internazionali della Società Europea di Urologia indicano la necessità di eseguire una visita urologica prima dei 40 anni in caso di comparsa di difficoltà di minzione (disuria) o sintomi a carico dei genitali esterni. Dopo i 45 anni d’età è consigliato rinnovare l’appuntamento ogni due anni, fino a diventare un controllo annuale superati i 50 anni.