La contraccezione è un aspetto importante della salute sessuale e riproduttiva, che va affrontato con consapevolezza. Oltre a prevenire una gravidanza non desiderata, la sua funzione è anche terapeutica, come nel caso di alcune patologie ginecologiche. Ne parliamo con la dott.ssa Greta Garofalo, ginecologa di Humanitas Mater Domini.
Quando iniziare a pensare alla contraccezione?
Sensibilizzare all’uso del contraccettivo dovrebbe idealmente essere affrontato prima di iniziare la vita sessuale. È consigliabile, dunque, che i genitori discutano apertamente con le adolescenti sul tema della sessualità, per poi valutare insieme la possibilità di programmare una visita ginecologica. Durante l’incontro con lo specialista sarà possibile approfondire l’importanza della salute sessuale, la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e la protezione contro le gravidanze indesiderate.
La contraccezione, inoltre, in alcuni casi può essere terapeutica. Diverse patologie ginecologiche possono essere trattate con la pillola estro-progestinica o progestinica, che combina il beneficio anticoncezionale con un trattamento endocrinologico mirato.
Tipi di contraccezione
I contraccettivi ormonali includono:
- Anello vaginale: è un anello morbido, flessibile e trasparente che contiene basse dosi di estrogeni e progestinico che vengono rilasciate in modo costante e assorbite a livello vaginale (si rimuove dopo 3 settimane e, dopo una settimana di sospensione durante la quale si hanno perdite di sangue simil mestruali, si può reinserire un nuovo anello).
- Cerotto transdermico: contiene estroprogestinici simili a quelli contenuti nella pillola (deve essere applicato una volta alla settimana per 3 settimane seguite da una settimana di sospensione durante la quale si hanno perdite di sangue simil mestruali).
- Dispositivo intrauterino IUD (nota come “spirale”): dispositivo meccanico con filamento di rame a forma di T (viene inserito a livello intrauterino dal ginecologo e ha una durata di 5 anni).
- Dispositivo intrauterino medicato a rilascio di progestinico (noto come “spirale medicata”): è una spirale a forma di T con un serbatoio che rilascia basse dosi di progestinico all’interno della cavità uterina con una durata variabile di 3-5 anni a seconda del modello.
- Impianto sottocutaneo: piccolo e sottile bastoncino, lungo 4 cm e spesso 2 mm, che rilascia un progestinico la cui efficacia contraccettiva dura 3 anni (viene inserito sotto la pelle del braccio).
- Pillola estroprogestinica: pillola contiene una combinazione di estrogeno e progestinico con dosaggio variabile e con uno schema di assunzione 21 o 28 compresse.
- Pillola progestinica: pillola contenente soltanto progestinico (può essere usata dalle donne che non possono assumere estrogeni per vari motivi patologici, intolleranza o allattamento).
Quali sono i contraccettivi da usare durante il rapporto sessuale?
I metodi di barriera, come il preservativo (o profilattico), il diaframma e gli spermicidi, rappresentano una soluzione efficace per prevenire le gravidanze indesiderate e le infezioni sessualmente trasmissibili, a patto che vengano utilizzati correttamente. Il preservativo, in particolare, offre una protezione più elevata rispetto al diaframma, mentre gli spermicidi disponibili in diverse forme, aumentano la loro efficacia contraccettiva quando utilizzati in combinazione con altri metodi.
Esistono anche rimedi naturali, come il metodo Ogino-Knaus, il calcolo della temperatura basale e il metodo Billings, che si basano sull’identificazione dei giorni fertili. Tuttavia, l’affidabilità di questi metodi dipende dalla regolarità del ciclo mestruale e risulta essere piuttosto limitata. Anche il coitus interruptus, ovvero l’interruzione del rapporto prima dell’eiaculazione, presenta un alto tasso di fallimento.
Contraccettivi da usare dopo il rapporto sessuale
La contraccezione di emergenza, sia farmacologica che non, rappresenta una soluzione temporanea per evitare una gravidanza dopo un rapporto non protetto. È importante sottolineare che non deve sostituire l’uso regolare di un metodo contraccettivo. Tra le opzioni farmacologiche, la pillola del giorno dopo e la pillola dei cinque giorni dopo, che contengono ormoni in grado di ritardare o impedire l’ovulazione. Dopo l’assunzione, è consigliato evitare rapporti non protetti o utilizzare il preservativo, poiché queste pillole non proteggono da gravidanze future né dalle infezioni sessualmente trasmissibili. Se l’ovulo si è già impiantato, la contraccezione di emergenza non sarà efficace.
In Italia, sono disponibili farmaci efficaci se assunti entro 72 ore dal rapporto non protetto (levonorgestrel), o da assumere entro massimo 120 ore ovvero 5 giorni (ulipristal acetato) con obbligo di prescrizione medica solo per le minorenni.
La contraccezione di emergenza non farmacologica include l’uso dello IUD al rame (spirale al rame), che può essere applicato direttamente in utero da un ginecologo. Questo metodo impedisce l’impianto dell’ovulo rendendo la mucosa endometriale inadatta e ostacolando la motilità degli spermatozoi (gli ioni rame rilasciati hanno un’azione tossica sugli spermatozoi e sull’ovulo). Tuttavia, lo IUD al rame è generalmente sconsigliato alle donne che non hanno mai avuto gravidanze, poiché l’inserimento potrebbe risultare fastidioso o causare infiammazioni. Questo metodo può essere utilizzato anche come contraccettivo a lungo termine, ma richiede controlli periodici dal ginecologo, soprattutto in caso di dolori pelvici, perdite maleodoranti o febbre.
Tra i contraccettivi più comuni figura anche la pillola anticoncezionale.
Cos’è la pillola anticoncezionale e come funziona?
La pillola anticoncezionale è uno dei metodi più comuni per evitare gravidanze indesiderate. Si tratta di un farmaco a base di ormoni (estrogeni e progestinici) che, oltre a inibire l’ovulazione, può alleviare disturbi mestruali (sindrome premestruale, dismenorrea, flussi mestruali abbondanti), endometriosi e curare acne e irsutismo. Altri benefici extra contraccettivi sono la riduzione del rischio di tumore ovarico (almeno del 20-30%), riduzione del rischio di tumore dell’endometrio (di circa il 50%), riduzione del rischio di tumore del colon-retto (di circa il 15-20%). La pillola viene prescritta dal ginecologo sulla base di una valutazione clinica specifica. Con la sua azione, inibisce l’ovulazione e rende la mucosa dell’utero (endometrio) meno recettiva all’impianto dell’embrione. È importante assumerla ogni giorno alla stessa ora per garantirne l’efficacia. Esistono diverse formulazioni: da 21 compresse che richiedono una pausa settimanale o da 28 compresse con pillole placebo per evitare interruzioni.
La protezione della pillola avviene con un apporto costante delle dosi ormonali che contiene e se assunta con un ritardo di 12 ore la sua efficacia in termini contraccettivi può diminuire.
Pillola anticoncezionale: vantaggi e svantaggi
La pillola offre numerosi vantaggi:
- Efficacia contraccettiva elevata (la percentuale di fallimento per un uso corretto è dello 0,3%)
- Facile gestione autonoma
- Non interferisce con i rapporti sessuali.
Tuttavia, può presentare anche effetti collaterali:
- Alcuni farmaci possono influire sulla sua efficacia
- È controindicata in presenza di alcune patologie (come pregressa tromboembolia, infarto o ictus, tumore mammario)
- Non è indicata in donne fumatrici con più di 35 anni
- Non protegge dalle infezioni sessualmente trasmissibili
- Può causare effetti collaterali soprattutto nei primi mesi di assunzione (come ritenzione idrica e spotting).
Nei casi in cui è controindicata una pillola estro-progestina, si può valutare l’assunzione con una pillola contenente solo progestinico (minipillola).
Cosa succede se si sospende la pillola anticoncezionale?
La sospensione della pillola deve avvenire con la supervisione di un ginecologo che può fornire le indicazioni più corrette in base alla situazione clinica. Se la decisione è motivata dal desiderio di una gravidanza, è consigliato eseguire una visita ginecologica a scopo pre-concezionale, per valutare ogni aspetto della salute riproduttiva.
In generale, la fertilità riprende entro 24 ore dall’assunzione dell’ultima compressa. La convinzione che l’uso prolungato della pillola possa ostacolare il concepimento è infondata e non supportata da evidenze scientifiche. Essendo la pillola un farmaco ormonale, con la sua sospensione l’ovulazione riprende naturalmente. Tuttavia, le problematiche per cui era stata prescritta, come ciclo irregolare o mestruazioni abbondanti e dolorose, potrebbero ripresentarsi.
Quando interrompere la pillola?
È preferibile interrompere l’assunzione della pillola al termine del blister in corso. Sebbene sia possibile smettere in qualsiasi momento, la decisione di farlo prima della conclusione del blister può provocare un sanguinamento irregolare di durata superiore alla normale mestruazione. Smettere alla fine del ciclo permette anche di monitorare meglio i tempi di ovulazione, il che può essere utile per chi desidera concepire.
Se dopo la sospensione se la mestruazione non si verifica per oltre 3 mesi, è importante rivolgersi al ginecologo per una valutazione approfondita.
È necessario seguire dei controlli ginecologici periodici?
Il consiglio è una visita di controllo circa 6 mesi dopo l’inizio della terapia con pillola estro-progestinica. È da ricordare che lo spotting e la ritenzione idrica possono presentarsi nei primi 3-4 mesi.
Il follow-up è essenziale per verificare se il metodo scelto si adatta alle esigenze e allo stile di vita.
Nel caso di contraccezione con dispositivo intrauterino (IUD), è importante eseguire un controllo ecografico almeno 1 mese dopo l’inserimento per verificare che la posizione sia corretta. Successivamente, si raccomandano controlli annuali.
Fonti
- SIC (Società Italiana di Contraccezione)
- AIRC Fondazione per la ricerca sul cancro