Negli ultimi anni, diversi studi hanno evidenziato una stretta relazione tra i disturbi dell’umore, come ad esempio la depressione e quelli del sonno.
Identificare i sintomi della depressione non è semplice. Chi è depresso deve fare i conti con la tristezza eccessiva, la perdita dell’autostima e del piacere per lo svolgimento delle attività abituali, senza dimenticare le difficoltà di concentrazione, la perdita di energie, la diminuzione della libido, la tristezza e anche i disturbi del sonno.
Depressione e disturbi del sonno: quali sono i sintomi e come intervenire
I problemi legati alle alterazioni del sonno sono molto frequenti e ne soffre circa il 90% dei pazienti a cui è stata diagnosticata la depressione. C’è chi non riesce a riposarsi e a recuperare le energie perse, chi ha difficoltà ad addormentarsi, chi non riesce a mantenere il sonno e chi, invece, tende a svegliarsi precocemente.
Oltre ai disturbi notturni, però, questi soggetti lamentano anche ipersonnia diurna: trascorrono molte ore a letto durante la giornata, non riuscendo di fatto a stare svegli. È difficile differenziare la reale sonnolenza da quella non voglia di affrontare la giornata che invece appartiene ai pazienti con disturbo dell’umore.
Quando i due disturbi -sonno e umore-coesistono e il paziente riferisce eccessiva sonnolenza diurna, è importante misurarla in modo oggettivo. Ciò è possibile registrando il sonno durante la giornata, con due test: uno è il Test di Mantenimento della Vigilanza, che valuta le capacità del paziente di restare sveglio in assenza di stimoli, e l’altro è il Test delle Latenze Multiple, che invece valuta la propensione al sonno durante la giornata.
Disturbi del sonno: le possibili cause
Di solito i risultati di questi test rilevano che i pazienti con disturbi dell’umore presentano, generalmente, una normale latenza di addormentamento, quindi la sonnolenza, in questi casi, è legata alla perdita di piacere per le normali attività quotidiane.
Occorre però considerare che la relazione tra depressione e disturbi del sonno è di tipo bidirezionale: se è vero che la depressione comporta inevitabilmente la presenza di un disturbo del sonno, è altrettanto vero che altri disturbi del sonno possono favorire, con elevata frequenza, la manifestazione di un disturbo depressivo latente.
Questa situazione può verificarsi frequentemente in tutti quei pazienti affetti da insonnia o da apnea ostruttiva del sonno. A tal proposito, uno studio internazionale ha evidenziato che il 46.1% dei pazienti affetti da apnea del sonno presenta anche disturbi dell’umore: fortunatamente questi ultimi tendono a conseguire notevoli miglioramenti una volta che è stato adeguatamente controllato il disturbo del sonno. Nell’ultima classificazione internazionale
Sui disturbi del sonno infatti, tra i criteri diagnostici della sindrome delle apnee notturne troviamo anche il disturbo dell’umore. L’approccio multidisciplinare in questi casi è fondamentale per scegliere al
Meglio il trattamento o i trattamenti specifici per quel paziente.
Disturbi alimentari legati ai disturbi del sonno
I pazienti a cui è stata diagnosticata la depressione possono manifestare anche un altro disturbo del sonno, poco comune nella popolazione (solo l’1.5% di essa ne soffre): si tratta di un disturbo alimentare (SRED – Sleep Related Eating Disorder), che si caratterizza per l’assunzione di cibi o liquidi durante il sonno in seguito a un risveglio confusionale e inconsapevole.
Tale problematica è associata a un ridotto stato di coscienza che non permette di ricordare quanto avvenuto durante la notte. Si tratta di un disturbo particolarmente pericoloso, che è molto frequente in quei soggetti che già soffrono di disturbi alimentari o che assumono con regolarità farmaci ad azione sedativa, ipnotica o anti-depressiva. Pericoloso perché non essendo cosciente il paziente rischia di mangiare cibi pericolosi: pizza surgelata per esempio oltre all’aumento di peso e peggioramento del quadro clinico completo.