Interessa circa 13 milioni di italiani, sia giovani sia anziani. Parliamo del dolore cronico, un dolore persistente, continuo o ricorrente, che dura da più di 3 mesi.* Una condizione, dunque, in cui il dolore stesso diventa patologia e per la quale è fondamentale un trattamento specifico. Si tratta della terapia antalgica finalizzata al controllo del dolore cronico e al miglioramento della qualità di vita dei pazienti che ne soffrono.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Stefano Colombo, medico anestesista e Responsabile dell’Ambulatorio di Terapia antalgica di Humanitas Mater Domini.
Terapia antalgica: quando può essere necessaria?
La terapia antalgica, oppure terapia del dolore, è utile nel trattamento e nella gestione del dolore cronico e può variare in base alle condizioni cliniche del paziente.
È utile a coloro che sono interessati da patologie che provocano dolore cronico o persistente, come ad esempio i disturbi a carico della schiena (ernia discale, torcicollo, cervicalgia, lombosciatalgia, mal di schiena) oppure malattie come artrosi, neuropatia o fibromialgia. La terapia antalgica può essere utile anche nel periodo pre e post chirurgico, per gestire il dolore prima di un intervento oppure o nel periodo che lo precede.
In cosa consiste la terapia del dolore?
La terapia del dolore può essere di diversi tipi: farmacologica (come antinfiammatori, oppiacei, antidepressivi o antiepilettici), interventistica (come infiltrazioni, procedure mini-invasive a scopo antalgico, radiofrequenza, ecc.) oppure l’associazione di più terapie in funzione dei sintomi riportati dal paziente e della loro severità.
Le terapie antalgiche non escludono in modo assoluto la possibilità di intervento.
Terapia antalgica: un approccio multidisciplinare al dolore
Il dolore cronico può condizionare negativamente lo stile e la qualità della vita di chi ne soffre: ad esempio, può rendere difficile passeggiare oppure praticare attività fisica, fare la spesa o lavori che richiedono dello sforzo fisico. Le conseguenze, non si limitano ad essere cliniche, ma sono anche sociali, psicologiche ed economiche.
Con queste premesse, lo specialista che si occupa di terapia del dolore, in base al caso clinico, può consigliare un percorso di cura multidisciplinare con il supporto di altri specialisti, come lo psicologo, l’ortopedico, il fisiatra, il neurologo e il neurochirurgo.
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