Chi soffre di emorroidi, spesso prova disagio a parlarne. Eppure, almeno una volta nella vita, ne soffre o ne ha sofferto oltre l’80% della popolazione adulta. Ma quali sono le cause? È possibile curarle? C’è una correlazione tra la loro insorgenza o lo stile di vita?
Parliamo dell’argomento con il dottor Corrado Bottini, chirurgo generale e proctologo di Humanitas Mater Domini.
Emorroidi: cosa sono?
Le emorroidi sono la più diffusa patologia della regione anorettale. È più corretto parlare di malattia emorroidaria, perché da un punto di vista fisiologico sono morbidi cuscinetti di tessuto ricco di vasi sanguigni presenti nel canale anale di ogni persona e la loro funzione è proteggere il canale anale durante l’evacuazione delle feci, favorendo anche la continenza.
Le emorroidi, però, possono progressivamente aumentare di volume e la loro presenza si avverte con diversi sintomi: si gonfiano, provocano disagio, dolore, prurito, a volte si arriva al sanguinamento fino, nei casi più gravi, al prolasso (tendenza alla fuoriuscita dall’ano).
Si parla di emorroidi interne ed esterne: qual è la differenza?
Le emorroidi interne aumentano di volume dentro l’ano (I° grado) e si avvertono come fastidio, a volte anche con tracce di sangue, solitamente durante la defecazione. A volte possono fuoriuscire dall’ano (prolassare) e rientrare spontaneamente (II° grado) o con un aiuto manuale (III° grado). Nel caso delle emorroidi più grandi (IV° grado), il prolasso è permanente e si possono complicare più facilmente.
Le emorroidi esterne, invece, si sviluppano al margine dell’ano e sono ricoperte da cute: anche queste si possono complicare più facilmente determinando, ad esempio, la formazione di coaguli nel loro interno (trombosi emorroidaria).
Quali sono le cause?
Diversi sono i fattori che possono provocare l’insorgenza delle emorroidi: stipsi (stitichezza), sforzi eccessivi per l’evacuazione delle feci, troppa sedentarietà, professioni che portano a restare a lungo in posizione eretta, l’avanzare dell’età, la predisposizione familiare oppure la gravidanza.
Cosa fare se si sospetta di soffrire di emorroidi?
Sicuramente il consiglio è consultare uno specialista, il proctologo, per una diagnosi certa e il relativo trattamento medico o chirurgico. Oltre la visita, l’esame indicato è l’anoscopia che permette l’esplorazione del canale anale, di valutare lo stadio della malattia emorroidaria e quindi la cura.
Emorroidi: devono essere sempre operate?
No. Se si tratta di emorroidi interne non prolassate (I° e II° grado), l’indicazione è modificare il proprio stile di vita: seguire un’alimentazione più equilibrata (dieta ricca di fibre, che favorisce il transito intestinale), praticare regolare attività fisica, bere molti liquidi, non passare troppo tempo il bagno, utilizzare sempre acqua tiepida per l’igiene intima. Se le emorroidi provocano sintomi locali esiste una serie di farmaci sotto forma di pomate, supposte, compresse, gel rettali, che spesso però non sono in grado di risolvere in maniera definitiva il problema.
Nel caso questi accorgimenti non fossero sufficienti, è possibile utilizzare procedure para chirurgiche ambulatoriali come, ad esempio, la legatura elastica e la sclerosi delle emorroidi.
Nei casi più gravi e sintomatici (III° e IV° grado) oppure voluminose emorroidi esterne, il trattamento consigliato è quello chirurgico: l’emorroidectomia tradizionale che prevede l’asportazione chirurgica delle emorroidi.
Emorroidi: ci sono novità in ambito chirurgico?
Innanzitutto, occorre sottolineare che anche l’emorroidectomia tradizionale, specie se eseguita con strumenti dedicati (ad esempio strumenti ad alta energia, come la radiofrequenza) è ben tollerata dal paziente.
In casi selezionati, invece, si possono utilizzare procedure chirurgiche mini-invasive che non prevedono l’asportazione delle emorroidi, come ad esempio la legatura e pessia delle emorroidi doppler guidata oppure utilizzando una fibra laser. In questo caso, il dolore post-operatorio è ridotto al minimo, con un più precoce ritorno all’attività lavorativa.
In conclusione possiamo affermare che la terapia delle emorroidi deve essere personalizzata sulla base del paziente che si sta curando (si parla di tailor surgery) valutando l’età, il sesso, le sue esigenze personali e lavorative, le sue necessità e aspettative.