Le emorroidi sono la più comune patologia proctologica nei paesi occidentali: si stima che più del 50% della popolazione di età superiore ai 50 anni ne abbia sofferto. * Un dato che potrebbe essere sottostimato a causa della riluttanza delle persone a parlare del problema e a sottoporsi a visite di controllo. Confidare il proprio disagio, infatti, è imbarazzante per molte persone. È importante però sapere che il confronto con uno specialista può fare la differenza.
Quando è necessario rivolgersi a un proctologo? Perché si formano le emorroidi? Quando intervenire chirurgicamente e, soprattutto, come si esegue l’intervento? Il dottor Corrado Bottini, proctologo e chirurgo generale di Humanitas Mater Domini e dei centri medici Humanitas Medical Care, ha spiegato questi aspetti in un’intervista.
Quali sono i soggetti più predisposti allo sviluppo di patologie emorroidarie?
Secondo una ricerca INSTAT del 1999, l’incidenza della malattia emorroidaria in Italia è del 5% negli uomini e del 6.2% nelle donne. Come anticipato nell’interista, la gravidanza e il parto possono predisporre allo sviluppo di malattie emorroidarie: circa l’85% delle donne, infatti, riferisce di aver sofferto di emorroidi durante la gravidanza mentre circa il 20%, ne ha sofferto dopo il parto.
Qual è la fascia d’età più a rischio per lo sviluppo di patologie emorroidarie?
Il picco di incidenza di patologie emorroidarie è stimato nella fascia d’età compresa tra i 45 e 65 anni. La probabilità tende a diminuire oltre i 65 anni e risulta, invece, poco comune sotto i 20 anni.
Spesso è necessario sottoporsi ad un intervento chirurgico per impedire che la patologia si aggravi. Ad oggi, il trattamento è sempre più personalizzato per il paziente e le nuove tecniche chirurgiche risultano meno invasive.
Quali sono le innovazioni chirurgiche?
Il trattamento è differente in relazione alla tipologia di emorroide. L’intervento viene concordato con lo specialista e, come precisato nell’intervista, è personalizzato in relazione alle caratteristiche cliniche del paziente, l’età, il genere, le necessità e le aspettative, le esigenze personali e lavorative.
Le innovazioni in capo chirurgico, messe in campo dall’équipe di specialisti dedicati, permettono di eseguire gli interventi con procedure mini-invasive che non prevedono sempre l’asportazione di emorroidi, ad esempio la legatura dei rami terminali delle arterie emorroidarie doppler guidata o tecniche che prevedono l’utilizzo di una fibra laser.
Le nuove procedure, eseguite per la maggior parte in day hospital, consentono un più veloce recupero post-operatorio e minor dolore.
*G. Gallo, J. Martellucci, A. Sturiale, G. Clerico, G. Milito, F. Marino, G. Cocorullo, P. Giordano, M. Mistrangelo & M. Trompetto . Consensus statement of the Italian society of colorectal surgery (SICCR): management and treatment of hemorrhoidal disease. Techniques in Coloproctology 2020 24, 145–164