Il tunnel carpale è il “canale” del polso attraversato dal nervo mediano e dai nove tendini flessori, che dall’avanbraccio raggiungono la mano. È al nervo mediano che dobbiamo la sensibilità e la funzione motoria delle prime dita della mano. Una sua condizione di stress, dovuta all’aumento di pressione o al suo schiacciamento, può determinare la sindrome del tunnel carpale.
Sindrome del tunnel carpale: quali i sintomi?
Si manifesta con formicolii o disturbi della sensibilità delle prime tre dita della mano (a volte interessa anche parzialmente l’anulare). Questi disturbi si presentano soprattutto durante la notte, causando talvolta dolore, e possono essere intermittenti e diventare poi costanti.
Quali le cause?
“Colpisce prevalentemente la donna. Le cause sono diverse: in molti casi l’aumento dei liquidi nel tunnel carpale è riconducibile a squilibri ormonali, tipici della gravidanza e della menopausa. Esiste anche una predisposizione individuale, ma molto dipende dall’attività svolta. Le persone che lavorano molto con le mani, come sarte, casalinghe, insegnanti o videoterminaliste, sono più predisposte alla sindrome”, spiega la dottoressa Cristina Bonora, ortopedico di Humanitas Mater Domini e Humanitas Medical Care Busto Arsizio.
Come si svolge la visita?
Lo specialista, dopo aver ascoltato i sintomi descritti dal paziente, esegue la visita ortopedica con l’obiettivo di valutare gli stimoli al nervo mediano. Se si sospetta la sindrome del tunnel carpale, alla visita seguirà anche l’elettromiografia che può confermarne la diagnosi, oltre che valutare eventualmente lo stadio di compressione del nervo mediano.
Intervento chirurgico: quando è indicato?
Quando il riposo con tutori o la terapia a base di vitamina B ed acido tioctico, per rinforzare la fibra nervosa, non sono in grado di alleviare i sintomi, è opportuno valutare se ricorrere alla chirurgia. “L’intervento chirurgico può essere eseguito con tecnica mini-invasiva endoscopica, in anestesia locale e senza necessità di ricovero o prericovero. Consente una ripresa più rapida: il paziente potrà muovere la mano fin da subito e, nell’arco di una settimana, riprendere le comuni attività della vita quotidiana”, spiega il dottor Mauro Modesti, ortopedico di Humanitas Mater Domini e di Humanitas Medical Care Arese e Varese.