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Intervento di protesi della spalla in caso di artrosi: un approfondimento

È una patologia che causa dolore, instabilità e limitazioni nella funzionalità dell’articolazione. Parliamo di artrosi della spalla, una patologia curata con trattamenti conservativi oppure ricorrendo alla chirurgia protesica. L’opzione chirurgica viene valutata dal chirurgo ortopedico in funzione dei sintomi, dell’età, del tipo di artrosi diagnosticata, del livello di compromissione della funzionalità articolare, la compresenza di altre malattie o le aspettative di recupero.

Come si esegue l’intervento? Ne parliamo con il dottor Antonio Giardella, ortopedico e capo sezione di Ortopedia e Traumatologia dello sport di Humanitas Mater Domini.

In cosa consiste l’intervento di sostituzione protesica della spalla?

L’intervento chirurgico prevede la sostituzione dell’articolazione gleno-omerale usurata a causa dell’artrosi. La sostituzione può essere totale oppure parziale, a seconda delle condizioni cliniche del paziente, 

In base alle condizioni e allo sviluppo dell’artrosi, le protesi di spalla possono essere:

  • Protesi anatomiche: usate soprattutto per condizioni definite di “omartrosi concentrica”, in cui i tendini della cuffia dei rotatori sono ancora integri
  • Protesi inverse: usate quando i tendini della cuffia dei rotatori sono compromessi, non più riparabili ed è presente un’usura eccentrica a carico dell’articolazione gleno-omerale
  • Protesi di rivestimento: usate in caso di pazienti giovani, quando è presente una patologia artrosica di tipo concentrico che non ha compromesso i tendini della cuffia dei rotatori o in presenza di una necrosi cefalica.

Intervento di protesi della spalla: cosa è importante sapere

L’intervento per l’impianto di protesi della spalla si esegue in anestesia loco-regionale (consente un buon controllo del dolore anche nel post operatorio), in anestesia generale (permette un buon miorilassamento del paziente con un buon controllo del sanguinamento) o mista (quella più praticata). A seguito dell’intervento, il paziente utilizzerà un tutore reggibraccio per circa 4 settimane e, dunque, anche dopo la dimissione dall’ospedale.  

Dopo la dimissione, è importante intraprendere un percorso riabilitativo per riprendere la piena funzionalità dell’articolazione. Il percorso viene affiancato anche da una terapia per la gestione del dolore post-operatorio. 

In particolare, il percorso di riabilitazione post-operatorio può comprendere la kinesiterapia, per riprendere i movimenti di polso, gomito e spalla, ed esercizi di mobilizzazione passiva e ripresa graduale dell’attività quotidiana.

Il percorso prevede regolari controlli dei progressi da parte del fisioterapista, in accordo con l’ortopedico e eventuali ulteriori approfondimenti clinici e/o radiologici.

I vantaggi dell’intervento di protesi della spalla

L’impianto di protesi della spalla consente al paziente di risolvere il dolore e le limitazioni funzionali causate dall’avanzamento dell’artrosi. Dopo l’intervento, è possibile ridurre gli impatti della patologia sulla vita quotidiana e sul benessere della persona. Non solo, il paziente può riprendere le attività sportive abbandonate a causa della patologia e “a basso impatto”, come il nuoto, il trekking e la bicicletta (su terreni non accidentati e che non prevedono forti sollecitazioni del manubrio).

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