“80 donne su 100 contraggono il papilloma virus almeno una volta. La maggior parte di queste infezioni regredisce spontaneamente. Altre, invece, se persistenti e non trattate, possono portare lentamente verso una forma pretumorale o tumorale a livello genitale”, spiega la dottoressa Greta Garofalo, ginecologa di Humanitas Mater Domini.
Ma che cos’è il papilloma virus (HPV)? Una famiglia di virus composta da oltre cento varietà, o ceppi diversi, che può causare lesioni benigne (verruche, condilomi o infezioni che interessano le mucose genitali e orali) oppure lesioni maligne (forme tumorali).
Papilloma virus e microbiota: quale la relazione?
Il microbiota vaginale (flora vaginale) è costituito da un equilibrio di lattobacilli (batteri benefici con funzione di difesa contro le infezioni dell’apparato genitale) e, in misura inferiore, anche di altri batteri, funghi e virus. “Alcuni studi pubblicati sulla rivista “Nature” hanno dimostrato che la regressione del papilloma virus potrebbe essere legata proprio alla composizione del microbiota. Si evidenzia, infatti, una dominanza di lattobacilli di tipo “Crispatus” nella flora delle donne dove l’infezione regredisce spontaneamente a 12 mesi. Al contrario, nei casi in cui l’infezione persiste oltre i 12 mesi la quantità di lattobacilli risulta scarsa, mentre proliferano multipli batteri “patogeni”, responsabili di disturbi genitali come bruciore, prurito e perdite maleodoranti. Questi batteri patogeni, inoltre, potrebbero anche favorire l’integrazione e la replicazione del virus stesso all’interno delle cellule, ostacolandone la regressione spontanea. L’integrazione con Lactobacillus Crispatus, oggi presente in commercio, può essere un alleato nel contrastare l’infezione da papilloma virus e le lesioni correlate” conclude la dottoressa.
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