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Perché le verdure non piacciono ai bambini?

Le verdure, alimento osannato in maniera unanime per i suoi pregi molteplici ma, colmo della sorte, fumo negli occhi per i bambini ed ennesimo cruccio per i genitori.

Le verdure non suscitano gli entusiasmi nei più piccoli. Per quale motivo? Cerchiamo di capire il perché con la dottoressa Licia Striuli, specialista in Nutrizione Clinica di Humanitas Mater Domini.

Sui metodi e le strategia per convincerli parleremo in un articolo successivo, intanto vorrei provare a chiarire i motivi di questo rifiuto pressoché universale.

“Permettetemi di spezzare una lancia in favore dei bambini. Il rifiuto delle verdure non è una presa di posizione, un dispetto, un capriccio, un volere a tutti i costi qualcos’altro, ma solo una reazione istintiva (per i più piccoli) ed inconscia (per i più grandicelli) verso una categoria di alimenti che in queste fasi della vita presenta svantaggi in due ambiti: organolettico (cioè l’insieme delle sue caratteristiche fisiche e chimiche percepite dagli organi di senso) e nutrizionale (contenuto ed effetto dei nutrienti)” spiega la specialista.

Occhio ai sensi!

I 5 sensi sono l’unica arma di giudizio che i bambini, soprattutto i più piccoli, hanno a disposizione per difendersi da ciò che all’esterno potrebbe essere per loro dannoso. Per questo motivo i due sensi più ancestrali, olfatto e gusto, sono sviluppatissimi e sensibilissimi.

Se è vero che il bambino tende a fidarsi di chi lo nutre, è ancor più vero che ha cieca fiducia nei suoi sensi primordiali. Non solo, se nel primo anno di vita si può giocare sull’innata curiosità per la novità (neofilia) e, quindi, approfittare di questa per far provare al bebè quasi ogni cosa con la certezza che la assaggerà, dopo il primo anno interviene un impulso opposto, cioè il sospetto verso novità (neofobia). Al di là di considerazioni fisiologiche, parliamoci chiaro: la vista delle verdure non aiuta. A parte i colori sgargianti, le verdure hanno spesso un aspetto bizzarro (cavolfiori), poco rassicurante e forme poco armoniche (enormi melanzane, patate con bubboni, ecc.). Anche il tatto non aiuta: la verdura non rimanda alcuna sensazione piacevole né al tocco (cotta tende ad essere molliccia, umida, fibrosa, cruda risulta dura e fredda), né in bocca (alcune verdure fibrose sono difficili da masticare e deglutire, sia crude che cotte). Parliamo dell’odore. Cruda e cotta la verdura non ha un profumo stimolante: si va dall’insapore al non piacevole, con tutte le sfumature intermedie.  Invece, il gusto? Scacco matto: dal neutro (poco stimolante) a toni troppo caratteristici (brassicacee, cipolle, aglio, carciofi…) o amari (erbe amare, zucchine poco fresche…). Il sapore amaro per il bambino è un segno di allarme. Quindi il nostro piccolo uomo è in parte scusato.

A riguardo dei bambini più grandicelli, è ovvio che il rifiuto delle verdure permane in forma cronica, ormai come un’abitudine. Il giudizio negativo è assodato e difficile da modificare, tanto più che nel tempo il bambino ha avuto l’opportunità di assaggiare e gustare ben altre prelibatezze e sapori molto più decisi, che hanno reso le verdure ancor più insignificanti al confronto.

Uh che mal di pancia. Uh che fame!

Le verdure contengono fibre. Se per l’adulto possono essere una vantaggio sotto molti punti di vista, per il bambino possono risultare fastidiose, anche in piccole quantità. In un intestino non ancora maturo, la presenza di fibra può provocare coliche e meteorismo. In bambini più grandicelli (e anche negli adulti), il contenuto in oligosaccaridi fermentescibili (fruttani e polioli) potrebbe analogamente causare dolore, fastidio e senso di gonfiore. Il ridottissimo apporto calorico delle verdure, pregio per gli adulti, è invece un colpo basso per i bambini che necessitano di calorie in surplus (per il mantenimento delle normali funzioni fisiologiche e per l’accrescimento). Gli alimenti più calorici sono riconosciuti come quelli sazianti, di solito sono più palatabili (per il contenuto di grassi) o più dolci.

Perché, dunque, un bambino che necessita di cibo ricco di nutrienti dovrebbe scegliere un alimento dalla forma strampalata, la consistenza similgelatinosa, ipocalorico, scialbo, dal sapore discutibile che ricorda un’ancestrale intossicazione? La preferenza va alla frutta, dolce calorica profumata, poco fibrosa palatabile e confortante”, conclude la dottoressa Striuli.

Siamo indulgenti dunque con i pargoli, ma non arrendevoli. Prima di decretare il rifiuto assoluto di una o più verdure, dobbiamo testarle almeno 8-10 volte cercando di modificarne la preparazione. Inoltre, teniamo sempre presente che i bambini sono dei grandi imitatori, sono estremamente condizionati nelle scelte da comportamenti dei genitori.

Ulteriori approfondimenti? Visita l’Ambulatorio di Nutrizione Pediatrica di Humanitas Mater Domini

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