Al giorno d’oggi, le malattie cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus, rappresentano ancora la principale causa di morte nel mondo occidentale. Queste patologie sempre più spesso colpiscono anche persone di media e giovane età. Molto purtroppo dipende dal nostro malsano stile di vita che favorisce l’emergere di quelli che vengono definiti fattori di rischio cardiovascolare: l’abitudine al fumo, l’ipertensione arteriosa, il diabete, la dislipidemia, il sovrappeso.
La prevenzione è un’importante alleata delle terapie farmacologiche per evitare l’insorgenza delle patologie cardiovascolari. Come? Con l’adozione di semplici e salutari comportamenti: buone abitudini alimentari, un’adeguata e regolare attività fisica di tipo aerobico, il mantenimento di un regolare peso corporeo.
“Queste indicazioni valgono per tutti, a prescindere dall’età, dal sesso e dal profilo di rischio cardiovascolare del soggetto che può essere definito attraverso SCORE dedicati” -spiega la dottoressa Cecilia Fantoni, cardiologa di Humanitas Mater Domini e del servizio My Check Up, che prosegue – “Gli SCORE del rischio prendendo in considerazione diversi elementi quali sesso, età, abitudine al fumo, livelli di pressione e colesterolo definiscono la probabilità del soggetto di andare incontro ad un evento cardiovascolare maggiore nel lungo termine. Sulla base di tale Score, il medico individua i soggetti a più alto rischio, meritevoli di stretto follow-up e terapie farmacologiche mirate”.
Rischio cardiovascolare. Ci sono differenze tra uomini e donne?
Sì c’è differenza ed è legata principalmente al fatto che le donne risultano protette dagli ormoni femminili sino alla menopausa; in seguito spesso emergono ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia e sovrappeso cosicché il vantaggio viene lentamente meno per allinearsi a quello maschile in età avanzata. Inoltre, spesso le donne sono poco sensibili ai programmi di prevenzione primaria ritenendo i problemi cardiovascolari di pertinenza maschile.
Cuore e prevenzione: 6 consigli
- Valutare periodicamente la salute del proprio cuore significa tenere monitorati i valori di pressione arteriosa, i livelli di colesterolo e glicemia nel sangue e mantenere un adeguato pero corporeo.
- Non fumare. Il fumo, infatti, è un fattore di rischio per tutte le malattie ed è uno dei peggiori nemici delle arterie: esso infatti provoca severi danni alle arterie del cuore, del cervello e delle gambe predisponendo alla loro ostruzione.
- Essere attivi. In generale significa evitare la sedentarietà e praticare una regolare attività fisica aerobica: sono sufficienti 30-40 min al giorno di camminata rapida per ridurre il peso corporeo, i livelli di pressione arteriosa, di glicemia e di colesterolo nel sangue.
- Seguire un’alimentazione varia ed equilibrata. Secondo lo studio PREDIMED pubblicato sul New England Journal of Medicine nel 2013, la dieta mediterranea (con l’utilizzo di olio extravergine d’oliva e frutta secca ricchi in grassi insaturi “buoni”) si attesta come regime alimentare in grado di apportare numerosi benefici e di ridurre l’incidenza di eventi cardiovascolari.*
- Ridurre ansia e stress quotidiani e riposare in modo adeguato e continuo la notte sono fondamentali abitudini per ridurre il rischio di sviluppare ipertensione arteriosa e valori elevati di glicemia.
- Saper ascoltare il proprio corpo e riconoscere i segnali del cuore. I campanelli d’allarme di problemi cardiaci sono:
- il dolore al petto (dolore toracico di tipo oppressivo che dura almeno alcuni minuti e che in genere si associa allo sforzo e a sudorazione fredda),
- le palpitazioni (battiti mancanti, irregolari o rapidi in condizioni di riposo),
- la mancanza di respiro a riposo o per sforzi prima meglio tollerati;
- gli svenimenti improvvisi.