La terapia fotodinamica è un trattamento non invasivo, per trattare alcune lesioni della cute. Si basa su una particolare reazione indotta da una sostanza fotosensibilizzante che, applicata sulla cute, penetra in maniera selettiva nelle cellule infiammate, infettate etc.. Ma, in cosa consiste? Lo scopriamo con la dottoressa Maria Rosa Strangi, dermatologa di Humanitas Mater Domini e Humanitas Medical Care Arese, Lainate e Busto Arsizio.
Cos’è la terapia fotodinamica?
Consiste nell’applicazione di una crema a base di acido aminolevunico sulla pelle, in corrispondenza della parte da trattare, e nella copertura con bendaggio della stessa, per permettere che la sostanza raggiunga le cellule danneggiate. La molecola utilizzata, favorisce una reazione ossidativa, che grazie alla successiva applicazione della luce a raggi infrarossi le distrugge. In alcuni casi, è necessario un pre-trattamento delle lesioni cheratosiche, eliminando le crosticine più voluminose che ostacolerebbero l’azione della crema. In ogni caso, la visita dermatologica consente di individuare la tipologia di lesione cutanea e l’appropriatezza della terapia fotodinamica al caso specifico.
Fotodinamica in campo dermatologico
La terapia viene impiegata con successo anche nei trattamenti per il ringiovanimento cutaneo:
- Cronoaging
- Fotoaging del volto e delle mani
- Epilazione (peli bianchi o biondi)
Con la terapia possono essere trattate anche alcune lesioni della cute, come:
- Bowen
- Carcinoma basocellulare
- Cheratosi attiniche
patologie infiammatorie e infettive, come:
- Acne in fase infiammatoria o attiva
- Condilomi
- Leshmaniosi cutanea
- Molluschi contagiosi
- Onicomicosi
- Patologie del cavo orale e genitale
- Ulcere
- Verruche
“Il numero di sedute necessario per ottenere risultati è correlato alla tipologia di lesioni da trattare (si possono trattare in concomitanza anche più lesioni), la localizzazione e l’estensione e la risposta del soggetto. Ad esempio, per una cheratosi attinica superficiale possono essere necessarie 2 sedute, mentre per acne infiammatoria giovanile da 4 a 6 sedute circa. Nel caso del ringiovanimento cutaneo, può essere necessaria una seduta al mese per almeno un ciclo di 3 sedute, preceduta da un trattamento di esfoliazione (peeling) o di dermoabrasione (microneedling) ”, spiega la dottoressa Strangi.
Il durante e il post-terapia
Durante l’irradiazione, il paziente può percepire calore e bruciore tanto più intenso quanto è più estesa o profonda l’area da trattare. È consigliato coprire gli occhi con degli occhiali protettivi, poiché la luce rossa potrebbe dare fastidio. Durante e dopo l’esposizione alla lampada, si possono verificare alcuni effetti collaterali transitori, come dolore, prurito, bruciore, croste ed esfoliazione superficiale, che però si risolvono senza lasciare traccia. In genere, il trattamento è ben tollerato e non richiede anestesia.
Esistono delle controindicazioni specifiche?
“La letteratura scientifica controindica la terapia in gravidanza o in allattamento, a pazienti portatori di porfiria e persone che hanno seguito terapie con retinoidi, nei due mesi precedenti al trattamento”, conclude la dottoressa.
Informazioni utili
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