Che cos’è la Beta 2 Microglobulina e perché si esegue l’esame per misurare il suo livello nel sangue?
Proteina posta sulla superficie della maggior parte delle cellule dell’organismo, la Beta 2 Microglobulina (B2M) viene rilasciata nel sangue in particolar modo da linfociti B e cellule tumorali. I livelli di Beta 2 Microglobulina aumentano in presenza di patologie che comportano un aumento del meccanismo di produzione e distruzione delle cellule e in cui viene stimolato il sistema immunitario.
Livelli elevati di Beta 2 Microglobulina si possono riscontrare in presenza di tumori delle cellule del sangue, come il mieloma multiplo, oppure tumori che si sono metastatizzati al cervello, per esempio il linfoma. Per questo motivo questa proteina può essere considerata un marcatore tumorale, oltre che associarsi anche a malattie croniche, come la sclerosi multipla, e infezioni virali, come l’HIV.
L’esame per valutare la concentrazione di Beta 2 Microglobulina può essere prescritto dopo una diagnosi di alcuni tumori, come il mieloma multiplo o il linfoma, per valutare lo stadio della malattia. Ripetere l’esame periodicamente può consentire di monitorare la patologia e valutare la sua progressione.
Cosa significa il risultato dell’esame?
Livelli elevati di Beta 2 Microglobulina nel sangue, e/o nelle urine, di una persona con mieloma multiplo o linfoma si possono associare ad altri problemi oppure ad un’assenza di risposta al trattamento.
Livelli elevati di Beta 2 Microglobulina nel liquido cerebrospinale di una persona con HIV o AIDS sono da considerarsi come supporto nell’evoluzione della patologia per la progressione dell’interessamento del sistema nervoso centrale
Come si esegue l’esame?
L’esame si svolge con un prelievo di sangue venoso dal braccio.
In determinati casi può essere richiesto un campione di urine raccolte nelle 24 ore.
Sono previste norme di preparazione?
No, non sono previste norme di preparazione.
È possibile consultare la lista completa di norme di preparazione nella pagina dedicata del sito.
Si ricorda che i risultati degli esami di laboratorio devono essere inquadrati dal medico, tenendo conto di eventuali farmaci assunti, prodotti fitoterapici e della storia clinica.