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Transferrina recettore solubile


Che cos’è la transferrina recettore solubile e perché si esegue l’esame per misurare il suo livello nel sangue?

I recettori solubili della transferrina (STFR) sono delle proteine che si trovano nel sangue e la cui concentrazione si alza in presenza di carenza di ferro. La transferrina è la principale glicoproteina deputata al trasporto del ferro nel siero del sangue, alle cellule e ai tessuti dell’intero organismo. La quantità di recettori della transferrina presenti sulla superficie delle cellule si correla al livello di ferro all’interno delle cellule stesse: quando il livello di ferro diminuisce, le cellule producono un maggior numero di recettori della transferrina e, maggiori sono i recettori prodotti maggiore è la possibilità che si separino dalla superficie delle cellule e si diffondano nel sangue, contribuendo ad aumentarne la concentrazione nel sangue.  

L’esame, dunque, è utile per diagnosticare un sospetto di anemia da carenza di ferro o per riconoscere l’anemia provocata da malattie croniche (come le patologie autoimmuni) o per indagare alcuni tipi di cancro.

Cosa significa il risultato dell’esame?

Una concentrazione di recettori solubili della transferrina alta può essere associata ad una carenza di ferro o all’anemia sideropenica. Una concentrazione bassa, invece, può associarsi all’emocromatosi, una patologia causata dall’accumulo di ferro nel sangue. 

Come si esegue l’esame?

L’esame si svolge con un prelievo di sangue venoso dal braccio.

Sono previste norme di preparazione? 

No, non sono previste norme di preparazione, ma se la paziente è donna deve indicare l’eventuale assunzione di pillola anticoncezionale, poiché potrebbe influenzare il risultato dell’esame. 

È possibile consultare la lista di norme di preparazione nella pagina dedicata del sito.

Si ricorda che i risultati degli esami di laboratorio devono essere inquadrati dal medico, tenendo conto di eventuali farmaci assunti, prodotti fitoterapici e della storia clinica.