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Virus epatite C (analisi quantitativa)


Che cos’è il virus dell’Epatite C e perché si misura l’analisi quantitativa nell’RNA?

L’esame serve a rilevare un’infezione acuta da HCV, il virus responsabile dell’Epatite C.

Il virus HCV può essere trasmesso con l’esposizione a sangue infetto, spesso a causa della condivisione di aghi infetti per iniezione endovenosa di sostanze stupefacenti. 

Altre possibilità di contagio, meno comuni, sono:

  • condivisione di supporti per l’igiene personale con una persona infetta
  • esecuzione di tatuaggi con strumenti non sterilizzati in maniera adeguata
  • rapporti sessuali senza utilizzare protezioni con partner portatori del virus
  • trasmissione da madre con virus a figlio nel corso della gravidanza o dell’allattamento

Molti soggetti interessati dal virus HCV sviluppano in seguito l’epatite C cronica, con replicazione virale in corso nel fegato e HCV RNA rilevabile nel plasma o nel siero, con una derivante cirrosi. Una quantità minore di pazienti con virus HCV guarisce dall’infezione senza che vi sia evidenza di replicazione virale o vi sia HCV RNA rilevabile nel plasma o nel siero.

Con l’esame qualitativo è possibile individuare la presenza o l’assenza dell’acido nucleico. Il test quantitativo, invece, indica la quantità di acidi nucleici, che in teoria corrispondono a particelle virali, sono concentrati per millimetro di plasma/siero.

Cosa significa il risultato dell’esame?

Il risultato dell’esame va interpretato coerentemente ai limiti di rilevazione che sono predefiniti dalle case produttrici e che indicano un limite minimo e un limite massimo da considerare come range entro il quale si rileva un numero con una probabilità uguale o superiore al 95%.

La refertazione si può esprimere con 2 unità di misura diverse, ossia UI/mL o copie/mL. I risultati espressi in UI/mL rappresentano la normalizzazione del dato in copie/mL rispetto allo standard internazionale. 

Un risultato definito “Non conclusivo” e riportato con un commento significa la non riuscita dell’esame, probabilmente per via dell’esistenza di sostanze inibitorie nel campione di siero analizzato. In questi casi, si richiede di raccogliere un nuovo campione e ripetere l’esame. Questi campioni non vengono testati per il genotipo.

Tranne che per i pazienti immunodepressi o con sospetta epatite acuta, l’analisi di laboratorio dello stato di infezione da HCV deve prendere avvio tramite esami sierologici, compresi quelli per la presenza di anticorpi anti-HCV. La diagnosi di infezione cronica non dovrebbe essere supportata solamente dalla presenza di RNA rilevabile o quantificabile in un unico campione di siero.

Un risultato dell’esame dell’HCV RNA “Non rilevato” con un risultato dello screening dell’anticorpo dell’HCV “Reattivo” può essere causato da:

  • bassa viremia temporanea (ossia una replicazione virale episodica) dell’infezione da epatite C attiva
  • infezione risolta o passata
  • risultato dello screening dell’anticorpo dell’HCV falso reattivo

Per distinguere tra risultato dello screening dell’anticorpo dell’HCV falso reattivo e infezione risolta o passata, lo specialista potrebbe richiedere un successivo esame per gli anticorpi anti-HCV. Per distinguere tra infezione risolta o passata e bassa viremia temporanea dell’infezione da epatite C attiva, il soggetto deve essere sottoposto di nuovo a esame entro 1-2 mesi, come clinicamente indicato.

Come si esegue l’esame?

L’esame si esegue sul siero, con un prelievo di sangue.

Sono previste norme di preparazione?

No, non sono previste norme di preparazione.

È possibile consultare la lista di norme di preparazione nella pagina dedicata del sito.

Si ricorda che i risultati degli esami di laboratorio devono essere inquadrati dal medico, tenendo conto di eventuali farmaci assunti, prodotti fitoterapici e della storia clinica.